La storia di Secondigliano racchiude numerosi momenti salienti. Verso la seconda metà del Cinquecento e fino a buona parte del Seicento, l'antico casale poteva contare su un'agricoltura florida. Ma un tragico evento rovinò tutto.
Oltre quattro secoli fa, il borgo di Secondigliano aveva campagne talmente rigogliose da rifornire tutta Napoli. Dal grano al vino, dagli ortaggi ai cereali, passando per la frutta, il nostro territorio era ricco di terreni fertilissimi. Ad ogni modo, un destino crudele era dietro l'angolo.
Infatti, nel 1656, Secondigliano fu avvolta da una terribile carestia, dovuta a una pestilenza che aveva men che dimezzato la popolazione del viceregno napoletano. La situazione peggiorò ulteriormente in seguito a due devastanti terremoti: il primo risale al 1688 e provoco 10 mila vittime nel Sannio, mentre il secondo è datato al 1694 e uccise oltre 6 mila persone tra Irpinia e Basilicata.
Neanche i Santi Cosma e Damiano, patroni del circondario, poterono far nulla per scongiurare questi tragici eventi. Tuttavia, dopo queste situazioni contingenti, i cittadini secondiglianesi decisero di costruire e dedicare agli stessi la nota chiesa situata in Piazza Di Nocera, ancora oggi la più grande del quartiere.
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