Nel Seicento, Secondigliano prosperava grazie a un'economia prevalentemente agricola, sfruttando il fertile terreno che caratterizzava la zona. Il Casale di Secondigliano, successivamente evoluto in Universitas, vantava uno dei mercati agroalimentari più vivaci di tutta la città, tenutosi nell'odierna piazza Di Nocera.
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Foto di repertorio del corso Secondigliano |
Da questa località affluivano a Napoli una varietà di prodotti agricoli di alta qualità, tra cui frutta, grano, piselli, fragole, orzo, vino e gelso. La presenza abbondante di gelseti lungo l'antica via Appia, che collegava Secondigliano a Melito, testimoniava una produzione di seta di eccellente qualità. Questa seta, rinomata come la migliore della città nel Regno di Napoli, contribuiva alla prosperità economica di Secondigliano.
Un'altra produzione di spicco riguardava il lino, lavorato artigianalmente dalle donne del luogo, mentre gli uomini si occupavano dell'esportazione di queste eccellenze al di fuori dei confini del casale. Nel corso del XVII secolo, Secondigliano si affermava anche per la macellazione delle carni suine, con particolare riferimento al celebre salame di Secondigliano, rinomato a livello internazionale. Purtroppo, questa tradizione culinaria ha subito una quasi completa scomparsa nel corso del tempo, lasciando un vuoto nella ricca storia gastronomica di Secondigliano.
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