Prima di indossare la veste di casale, un termine che ha segnato profondamente la storia di Secondigliano, il luogo era conosciuto con il nome di caseggiato. Questo appellativo riflette la sua origine comune con quella dei casali, insediamenti nati per ragioni economiche e caratterizzati da poche abitazioni disposte in modo apparentemente casuale sul territorio, con alcune dimore signorili che emergono tra esse. È solo attraverso una riorganizzazione amministrativa che il caseggiato si trasforma ufficialmente in un casale.
Foto di repertorio del corso Secondigliano |
Sia nella sua prima forma di organizzazione che in quella successiva, gli abitanti di Secondigliano erano principalmente artigiani e contadini, legati da servitù alla corte o ai notabili del regno. Il passaggio da caseggiati a casali è segnato formalmente dall'esenzione della tassa del focatico, un'imposta applicata su ogni fuoco o focolare, cioè su ogni abitazione di un gruppo familiare o su ogni fumante se l'abitazione comprendeva più gruppi familiari. Questa esenzione, avviata in epoca aragonese e completata nel 1505 da Ferdinando il Cattolico, ha rappresentato un momento chiave nella crescita e nello sviluppo di Secondigliano.
L'abolizione di questa imposta ha portato a un aumento significativo della popolazione. Nonostante le condizioni di una sorta di schiavitù economica, gli abitanti hanno trovato modo di sfruttare le risorse a disposizione, ottenendo terreni da coltivare e costruendo le proprie abitazioni. Questo cambiamento ha avuto un impatto notevole sull'economia agricola, dando vita a una nuova forma di sviluppo.
In questo contesto, il passato di Secondigliano si rivela come una trama intricata di trasformazioni, segnate dall'evoluzione da caseggiato a casale, dalla servitù alla crescita demografica e dal cambiamento nelle dinamiche agricole. Un racconto avvincente di adattamento e crescita che ha plasmato la identità di Secondigliano nel corso dei secoli.
Posta un commento
0Commenti