Nel periodo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, il Comune di Secondigliano ha sperimentato una notevole espansione, sia dal punto di vista economico che abitativo. La crescita della zona è stata alimentata dall'emergere di numerosi opifici, i quali impiegavano macchine a vapore e davano impiego a una vasta forza lavoro, composta da decine e decine di operai.
![]() |
Foto storica del corso Secondigliano tratta da PeriferiamoNews |
Parallelamente, si è sviluppata una fiorente attività artigianale, con particolare rilievo nella produzione e commercializzazione di tessuti. I commercianti di Secondigliano, mossi dalla prosperità economica, hanno esteso le proprie attività non solo in Italia, ma anche all'estero. Questo boom economico ha contribuito in modo significativo alla crescita edilizia di qualità lungo il corso Napoli, successivamente ribattezzato corso Umberto I e oggi noto come corso Secondigliano.
La borghesia locale, composta da proprietari, commercianti e intellettuali, insieme a una parte della borghesia napoletana che si era trasferita dalla zona centrale della città verso la periferia, ha promosso la costruzione di palazzi neoclassici e neorinascimentali. Questi edifici, sobri ed eleganti, erano caratterizzati da giardini lussureggianti, arricchiti da piante, statue e fontane.
Tra gli esempi significativi di questa architettura, si possono citare il palazzo al numero 148 del 1890, quello al numero 165 del 1889, e il palazzo al civico 264 del 1870. Quest'ultimo, con richiami allo stile del celebre architetto Ferdinando Sanfelice, fu scelto come sede nel 1883 della Banca Cooperativa Popolare di Secondigliano, sottolineando il prestigio e la solidità della comunità in crescita.