Spesso e ingiustamente si parla di Scampia con una connotazione prettamente negativa, associando erroneamente questo quartiere con la criminalità organizzata e simboleggiandola con le ormai celeberrime Vele. In troppi continuano ad associare Scampia con le piazze di spaccio e la camorra. Nulla di più falso e sbagliato.
Mi capita spesso di recarmi a Scampia per servizi giornalistici. In ogni occasione, vedo tanta voglia di fare, con una collaborazione positiva tra diverse associazioni, la maggior parte delle quali opera con forza sul territorio e si dà da fare quotidianamente per migliorarne la vivibilità. Queste realtà positive sono state messe recentemente in risalto a livello nazionale, grazie alla fiction "L'Oro di Scampia", trasmessa in prima serata su Rai Uno e ispirata alla vita del maestro di judo Gianni Maddaloni, un piccolo grande uomo che utilizza buona parte del suo tempo ad aiutare ragazzi in difficoltà portandoli via dalla strada e ottenendo, in alcuni a casi, anche risultati sportivi molto rilevanti.
Ma non solo: da una coppia di giovani, Rosario e Maddalena, che hanno portato nel quartiere dell'Area Nord la gloriosa casa editrice della Marotta&Cafiero a Ciro Corona e la sua (R)Esistenza Anticamorra, passando per l'Arci Scampia che fornisce ai più piccoli una via d'uscita attraverso il calcio e il divertimento. E non dimentichiamo il centro Mammut di piazza Giovanni Paolo II, Dream Team - Donne in Rete, il Circolo La Gru di Legambiente... avrò sicuramente dimenticato numerose organizzazioni, ma è come se mi stessi riferendo a tutte.
Un'operazione di riscatto attraverso la positività che anche Secondigliano sta cercando, seppur faticosamente, di intraprendere. Anche se qui i problemi nascono addirittura da una base strutturale. Il Secondigliano Libro Festival, organizzato dall'amico giornalista Salvatore Testa, consente ad alunni delle scuole medie inferiori un contatto ravvicinato con scrittori affermati e la lettura di libri molto noti. Purtroppo, gli eventi di questa manifestazione dall'alto valore culturale si sono dovuti tenere a tappe a causa della mancanza di una sala adeguata. L'aula più grande dell'intero quartiere si trova nell'ex Municipio della VII Municipalità (l'attuale centro Pertini) che può contenere un massimo di 60-70 posti. Tutto questo mentre a Scampia esiste un Auditorium dalla capienza di almeno 200. Com'è possibile? Perché qui a Secondigliano mancano totalmente certi luoghi di aggregazione?
Un'altra questione riguarda le poche associazioni che davvero si danno da fare in maniera tangibile. In oltre un anno e mezzo di esperienza personale, si è visto davvero poco. Da elogiare sicuramente l'opera dell'Agorà Partenopea, che si muove proprio in quel centro Pertini aiutando i bambini con corsi di disegno, doposcuola e tanto altro. Da sottolineare anche l'impegno delle comunità parrocchiali, sempre presenti sul territorio e pronte a sostenere chi è in difficoltà. E anche buona parte delle scuole si dimostra molto attiva. Ma per il resto?
Leggo alcuni commenti sui social network di persone che affermano che Scampia non è come Secondigliano perché non racchiude in sé la storia millenaria di Secondigliano ed è quindi nata più tardi. E quindi? Bisogna lanciare un messaggio. Perché non può nascere una sinergia tra i quartieri? Magari gli amici di Scampia potrebbero aiutarci ad uscire dal vortice di indifferenza nel quale ci siamo rinchiusi e dagli alibi dietro i quali ci nascondiamo. Perché non creare una sorta di progetto che possa essere allargato anche agli altri quartieri della Periferia Nord, come Miano, San Pietro a Patierno, Piscinola, Chiaiano?
Insieme si può.
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