Stamattina, numerose famiglie residenti nell’ex Motel Agip di Secondigliano, nei pressi della clinica di Santa Patrizia, hanno occupato gli ingressi del Consiglio Comunale di Napoli per chiedere che vengano rispettati gli impegni presi nei mesi scorsi e che non si proceda allo sgombero senza offrire soluzioni concrete. La protesta è stata organizzata con il sostegno della “Campagna per il diritto all’abitare” e ha visto la partecipazione di diverse decine di persone, tra cui molte mamme che si sono incatenate agli accessi della sede di via Verdi.
Il nodo principale resta lo sgombero fissato dal Comune per la seconda metà di settembre, con una data che oscilla tra il 20 e il 30, senza che sia stata definita una reale alternativa per i circa venticinque nuclei familiari che abitano nell’ex motel, alcuni dei quali da oltre vent’anni. Le famiglie denunciano che da parte delle istituzioni non ci sono soluzioni abitative adeguate ma solo l’ipotesi di un contributo economico una tantum che, secondo i residenti, non risolve in alcun modo il problema. Molti degli abitanti hanno sottolineato che da anni presentano domande per l’assegnazione di alloggi popolari senza ricevere risposta e che sul mercato privato degli affitti le loro condizioni economiche e sociali li rendono di fatto esclusi.
Le condizioni in cui versa l’ex Motel Agip sono descritte come estreme: infiltrazioni, degrado diffuso, rifiuti accumulati, mancanza di manutenzione, impianti in pessimo stato, presenza di amianto e animali infestanti. A vivere nella struttura ci sono bambini, anziani, persone fragili e famiglie che non riescono a trovare soluzioni alternative. Secondo il comunicato diffuso dai comitati e dagli stessi residenti, “non siamo una discarica sociale di cui disfarsi, sindaco abbiamo diritti”, frase che sintetizza lo spirito della mobilitazione.
La protesta non riguarda solo la paura di perdere l’attuale sistemazione, ma mette in evidenza anche la percezione di discriminazione che molte famiglie dichiarano di subire. Chi abita da anni nell’ex motel sottolinea come nessuno sceglierebbe di vivere in condizioni simili se avesse altre possibilità, e che la scelta è stata obbligata dall’assenza di alternative. Per questo motivo chiedono che venga convocato con urgenza un tavolo di confronto con il sindaco e con le istituzioni competenti per definire un piano di ricollocamento che non sia temporaneo o inadeguato.
Negli anni sono state più volte annunciate soluzioni provvisorie come prefabbricati, container o altre strutture, ma i residenti denunciano che tali promesse non si sono mai concretizzate o sono state rimandate senza tempistiche certe. L’eventualità di un semplice contributo economico è giudicata non sufficiente poiché non garantisce la possibilità di ottenere un alloggio stabile. Molti raccontano che i proprietari privati non sono disposti ad affittare a famiglie con redditi bassi o situazioni di fragilità, e per questo motivo la prospettiva di un sostegno economico momentaneo non rappresenta una reale via d’uscita.
La questione dell’ex Motel Agip si inserisce in un quadro più ampio di emergenza abitativa che interessa non solo Napoli ma molte grandi città italiane. A fronte di un numero consistente di case vuote e di un mercato immobiliare che tende ad escludere i nuclei più fragili, crescono le occupazioni e le situazioni di disagio come quella di Secondigliano. I comitati chiedono che gli sgomberi non vengano considerati solo come un problema di ordine pubblico ma affrontati come emergenze sociali e abitative, con percorsi di inclusione e ricollocamento programmato.
L’amministrazione comunale ha riconosciuto in più occasioni la complessità del problema ma, secondo i manifestanti, non ha fornito garanzie precise sui tempi e sulle modalità di ricollocamento delle famiglie. In alcuni interventi istituzionali si parla della difficoltà di collocare determinati nuclei sul mercato privato degli affitti, riconoscendo implicitamente l’esistenza di una fascia sociale che rimane esclusa dalle soluzioni disponibili. Per questo i residenti dell’ex Motel Agip chiedono un piano immediato, condiviso e trasparente che non lasci indietro nessuno.
La vicenda resta quindi aperta e i prossimi giorni saranno decisivi. Se non si troveranno soluzioni concrete, le famiglie rischiano di essere sgomberate senza alternative reali. Il caso dell’ex Motel Agip diventa così simbolo di una più ampia emergenza abitativa che continua a crescere nei quartieri popolari della città, tra precarietà sociale, affitti sempre più costosi e assenza di un piano strutturale per il diritto alla casa.
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