Proseguono senza sosta le ricerche di Raffaele Grimaldi, il trentenne originario di Secondigliano scomparso nella notte tra il 5 e il 6 luglio
. Sono trascorsi sei giorni dal suo allontanamento e, nonostante le segnalazioni, gli appelli social e l’impegno delle autorità, del ragazzo non si hanno ancora notizie certe. Soprannominato Leo, Raffaele non ha dato segni di vita né ha contattato familiari o amici dopo la sua partenza. La famiglia ha voluto smentire con fermezza le voci che erano circolate nelle scorse ore circa un suo presunto ritrovamento: notizie diffuse da alcune testate giornalistiche che, si è appreso, si sono rivelate del tutto infondate. I parenti del giovane hanno presentato regolare denuncia di scomparsa alle forze dell’ordine già dai primi momenti, mobilitando ogni canale possibile per rintracciarlo. Grazie a un impegno congiunto tra il Consolato italiano nei Paesi Bassi e la Farnesina, la famiglia è stata informata della presenza di alcuni prelievi bancari effettuati nella città di Amsterdam. La speranza resta che dietro quei movimenti ci sia proprio la mano di Raffaele.
Secondo quanto riferito da Tag24, che ha intervistato in esclusiva il fratello del giovane scomparso, nelle ultime ore sarebbero emersi dettagli più precisi sugli spostamenti compiuti da Raffaele Grimaldi dopo la sua partenza da Napoli. «In queste ore siamo venuti a conoscenza del reale spostamento di mio fratello la notte del 5 luglio», ha spiegato il fratello a Tag24. «Ha acquistato un biglietto del treno, pagato in contanti, ed è partito da Napoli Centrale, dunque da Piazza Garibaldi, con destinazione Milano. Da lì avrebbe preso un aereo per arrivare in Olanda, più precisamente ad Amsterdam, ma dobbiamo ancora ricevere la conferma delle autorità sul capoluogo della Lombardia», ha aggiunto. Un percorso che confermerebbe l’ipotesi di un trasferimento volontario, anche se le motivazioni reali dietro la sua decisione restano al momento sconosciute.
Riguardo ai prelievi bancari effettuati nei Paesi Bassi, il fratello di Raffaele ha sottolineato come non vi sia la certezza assoluta che sia stato proprio lui a realizzare quelle operazioni. «Sono stati effettuati dei prelievi bancari da Amsterdam. Ovviamente confidiamo che si tratti di Raffaele, ma purtroppo non ne abbiamo certezza. Sicuramente la persona che ha effettuato i ritiri doveva conoscere il PIN per completare le transazioni. Magari è lui che, in questi giorni, cerca di sostentarsi al meglio che può, ma non ne siamo certi: abbiamo bisogno di venire a conoscenza anche di questo dettaglio», ha dichiarato. L’intera famiglia attende conferme ufficiali per capire se davvero il trentenne si trovi in Olanda e, soprattutto, se sia in salute.
La città di Amsterdam, intanto, è stata tappezzata di volantini con la foto e i dati identificativi di Raffaele. «Attualmente un nostro conoscente in città ci sta aiutando con grande impegno e costanza: ha affisso ovunque volantini con il volto di mio fratello. Gliene siamo grati, perché abbiamo bisogno che le foto e la notizia facciano il giro il più possibile, dall’Italia fino lì. Confidiamo che turisti, italiani all’estero, chiunque possa trovarsi in città possa aiutarci. L’invito è rivolto non solo a noi italiani, ma anche ai cittadini del posto», ha spiegato ancora il fratello del giovane scomparso. L’appello rivolto a chiunque avvisti Raffaele è quello di contattare tempestivamente il numero di emergenza 112, specificando di essere a conoscenza della vicenda e cercando di non perderlo di vista, per facilitare l’intervento delle autorità.
Il fratello di Raffaele, nell’intervista, si è anche soffermato sui commenti negativi apparsi sui social negli ultimi giorni, invitando tutti al rispetto della privacy e della dignità di chi sta vivendo un momento di grande difficoltà. «In questo momento Raffaele sta attraversando un periodo difficile, di grande fragilità, come avevo già specificato nei precedenti interventi. Sono, e siamo, rimasti sorpresi e delusi dai commenti e dalle critiche rivolte nei suoi confronti solo perché si troverebbe ad Amsterdam. Un nostro familiare è scomparso e voi, anziché aiutare, offendete e augurate il male? Dovremmo tutti fare gruppo, rete, connetterci per ritrovarlo e garantirgli aiuto e supporto. Aiutateci a ritrovarlo», ha concluso. La speranza della famiglia resta che Raffaele possa leggere questi appelli e che, sentendosi al sicuro, possa decidere di comunicare le proprie condizioni e i motivi che lo hanno spinto ad allontanarsi, ponendo fine all’angoscia che da giorni attanaglia i suoi cari.
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