È una testimonianza diretta, accompagnata da uno scontrino che segna con esattezza ora e data dell’acquisto, quella che arriva da una nostra lettrice, intenzionata a denunciare pubblicamente quanto accaduto nel tardo pomeriggio dello scorso 21 luglio in un punto vendita di Secondigliano. La vicenda, raccontata con dovizia di dettagli, ruota intorno all’acquisto di un prodotto alimentare che, a distanza di appena un’ora e mezza dall’acquisto, ha rivelato condizioni che la testimone definisce nauseabonde e sospette. Secondo quanto riferito, la carne di pollo, nello specifico alcune bistecchine, presentava un odore sgradevole, un colore anomalo e una consistenza viscida, sintomi evidenti di deterioramento che hanno subito allarmato l'acquirente.
A quel punto, come riferito dalla stessa cittadina, la decisione di tornare nel punto vendita per segnalare quanto accaduto è stata immediata. Una volta all’interno del negozio, ha chiesto spiegazioni al personale presente, ma si è vista indirizzare inizialmente verso una zona indicata dal vigilante come luogo dove già un’altra cliente, poco prima, aveva lasciato un prodotto deteriorato. La presenza di un altro caso, registrato a distanza di mezz’ora, lascia aperti interrogativi sulle modalità di conservazione e gestione dei prodotti alimentari all’interno del punto vendita.
La testimone racconta anche di aver insistito per parlare con un responsabile, trovando però resistenza. Solo dopo una pressione più decisa, il vigilante si sarebbe messo in contatto con il responsabile, il quale però, secondo quanto riportato, si sarebbe rifiutato di intervenire direttamente, adducendo come motivazione l’impegno in attività di scarico merce. Di fronte a quella che è sembrata una chiusura netta, la cittadina ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine, contattando i carabinieri per denunciare il fatto. È proprio in seguito alla comunicazione della chiamata che, secondo la testimone, alcuni addetti avrebbero provveduto a rimuovere altre confezioni di carne dallo stesso banco frigo.
La narrazione si arricchisce poi di un ulteriore elemento di sconcerto: il commento di un addetto al banco salumi che, saputo dell’intervento delle forze dell’ordine, avrebbe manifestato stupore per la decisione della cliente, esprimendosi con toni che la stessa ha definito inadeguati e irrispettosi. Le parole pronunciate avrebbero lasciato intendere una certa rassegnazione nei confronti dell’efficacia degli interventi delle forze dell’ordine, con una battuta considerata fuori luogo e giudicata offensiva.
Quanto accaduto solleva interrogativi non secondari sulle condizioni di conservazione degli alimenti venduti nei punti vendita e sulla gestione delle segnalazioni da parte del personale. Anche se il singolo episodio può apparire circoscritto, la sua segnalazione si inserisce in un quadro più ampio in cui i cittadini si fanno sentinelle attive della salute pubblica e della qualità dei servizi sul territorio. Quando un alimento risulta visibilmente alterato a pochi minuti dall’acquisto, l’attenzione verso la catena del freddo, le modalità di trasporto, lo stoccaggio e l’esposizione dei prodotti diventa centrale. Non si tratta soltanto di soddisfazione del cliente, ma di salute pubblica, sicurezza alimentare e fiducia nelle strutture commerciali.
La decisione di rivolgersi ai carabinieri, anche per un episodio apparentemente marginale, è sintomo di una crescente esigenza di tutela e ascolto da parte delle istituzioni. È vero che due bistecche possono sembrare poca cosa se confrontate con reati più gravi, ma non è da sottovalutare il valore simbolico e concreto di questi gesti: segnalare anomalie, pretendere spiegazioni, chiedere interventi, significa difendere diritti basilari legati alla dignità, alla salute e alla trasparenza.
In assenza di risposte istituzionali ufficiali, resta la denuncia spontanea di una cittadina che ha scelto di non tacere e di informare anche la nostra redazione per mettere in guardia chiunque possa trovarsi nella stessa situazione. È un invito, in definitiva, alla vigilanza collettiva e alla responsabilità condivisa. Il degrado, anche se inizia da piccole cose, trova spazio proprio nel silenzio e nell’indifferenza. Rendere pubblici certi episodi, anche se possono apparire minori, può servire a stimolare controlli più rigorosi, maggiore attenzione nella gestione dei prodotti alimentari e un miglioramento nei rapporti tra consumatori e strutture commerciali.
La segnalazione è stata raccolta e riportata fedelmente, nella convinzione che la cronaca locale debba dare spazio anche a queste storie quotidiane che raccontano un disagio, un malessere, un’esigenza di maggiore rispetto e ascolto. La nostra redazione continuerà a raccogliere testimonianze dirette, dando voce a chi vuole contribuire a migliorare la qualità della vita nel territorio, anche partendo da ciò che accade nel reparto frigo di un supermercato.
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