All’Ippodromo di Agnano, in occasione del concerto di Geolier, erano presenti anche trenta giovani pazienti del reparto di Ematologia ed Oncologia Pediatrica dell’Azienda ospedaliera dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Si tratta di bambini e adolescenti accompagnati dai volontari dell’Associazione Genitori Oncologia Pediatrica, da medici e da infermieri. I ragazzi hanno assistito all’esibizione del cantante di Secondigliano da una postazione riservata, la Terrazza Vip dell’impianto, dove è stato possibile garantire condizioni di sicurezza e una visuale completa sul palco. L’iniziativa si inserisce in un contesto di rapporti già avviati tra l’artista e il reparto, e rappresenta un momento di apertura tra il mondo dello spettacolo e la realtà quotidiana di chi è impegnato in percorsi di cura e riabilitazione in ambito ospedaliero.
Il concerto, che ha fatto registrare il tutto esaurito, è stato preceduto da due giornate di preparazione in cui i ragazzi hanno avuto occasione di trascorrere del tempo con alcuni degli influencer e youtuber presenti all’evento. Sono stati momenti organizzati come parte dell’accoglienza e dell’intrattenimento pensato per i giovani pazienti, con giochi, scambi di foto e attività informali che hanno preceduto la serata del concerto. Iniziative di questo tipo non sono una novità nel rapporto tra il cantante e l’ospedale Vanvitelli. Già nel mese di ottobre dello scorso anno, Geolier si era recato in visita al reparto, trascorrendo alcune ore con i bambini ricoverati. Durante quell’incontro aveva partecipato a giochi da tavolo, partite di biliardino e attività comuni, cercando di offrire una parentesi leggera all’interno della routine clinica.
La presenza dei giovani pazienti al concerto è stata possibile grazie a una collaborazione tra l’entourage dell’artista, la direzione dell’ospedale e l’associazione dei genitori, che da anni supporta il reparto oncologico in varie forme. La scelta della Terrazza Vip come area riservata è stata motivata principalmente da esigenze logistiche legate alla sicurezza e all’assistenza. La partecipazione a un evento di questo tipo richiede infatti l’adozione di misure specifiche, compatibili con le condizioni cliniche di ragazzi spesso sottoposti a terapie complesse. Le autorità sanitarie e i responsabili dell’organizzazione hanno concordato sui criteri da seguire per consentire un’esperienza il più possibile serena per i piccoli pazienti e per gli operatori che li hanno accompagnati.
Durante il concerto, alcuni dei ragazzi hanno esposto uno striscione con la scritta “Nuje pe te, tu pe nuje”, frase che richiama uno dei brani più noti di Geolier e che ha avuto una certa diffusione dopo la partecipazione del cantante all’ultima edizione del Festival di Sanremo, dove è arrivato al secondo posto. La frase è stata interpretata da molti come un segno di riconoscimento reciproco tra il pubblico presente e l’artista, ma in questo caso è stata adottata dai giovani pazienti come messaggio diretto verso il cantante, in segno di ringraziamento per l’invito ricevuto. È probabile che la frase, oltre a richiamare un testo musicale, abbia assunto in quel contesto anche un valore affettivo più immediato, legato al gesto di ospitalità ricevuto.
Va sottolineato che l’attenzione dell’artista nei confronti dei pazienti dell’ospedale Vanvitelli non si limita alla visibilità mediatica di alcuni episodi. Le visite e le iniziative realizzate finora non sono state pubblicizzate in maniera sistematica, ma hanno avuto carattere riservato fino a quando non sono state rese note da fonti vicine alla struttura ospedaliera o da comunicazioni successive. Questo dato è stato rilevato anche da parte degli operatori sanitari, che hanno evidenziato come il rapporto con Geolier si sia sviluppato nel tempo in maniera sobria, senza un’eccessiva spettacolarizzazione.
Nel caso specifico del concerto di Agnano, la partecipazione dei ragazzi è stata inserita in un piano più ampio di attività finalizzate a creare occasioni di normalizzazione e socialità, compatibili con i percorsi terapeutici in corso. Eventi del genere non sostituiscono il lavoro quotidiano di assistenza e cura, ma possono rappresentare, secondo il parere di medici e psicologi, un supporto indiretto al benessere emotivo e alla motivazione dei pazienti più giovani, che si trovano a vivere una condizione di lunga degenza o di terapia ciclica. L’esperienza di assistere a uno spettacolo dal vivo, in compagnia dei propri medici e in un contesto organizzato, può contribuire a rafforzare il senso di appartenenza a una rete di relazioni non interrotte dalla malattia.
Non è previsto, al momento, un calendario ufficiale di ulteriori iniziative analoghe, ma il clima di collaborazione instaurato tra l’artista, l’ospedale e l’associazione dei genitori potrebbe portare in futuro a nuove occasioni. La direzione sanitaria del reparto ha espresso un parere positivo sull’andamento dell’esperienza, sottolineando la necessità di mantenere sempre un equilibrio tra la partecipazione a eventi esterni e il rispetto delle condizioni cliniche dei pazienti. Anche i volontari coinvolti hanno confermato che, al di là dell’evento in sé, i momenti precedenti e successivi al concerto hanno avuto un ruolo importante nel creare una situazione di condivisione tra i ragazzi, i familiari e il personale medico, che quotidianamente opera nel reparto.
L’episodio, pur nella sua singolarità, evidenzia una possibilità concreta di contatto tra mondo artistico e contesto ospedaliero, non solo a scopo benefico, ma anche come occasione di relazione, ascolto e coinvolgimento. La presenza dei giovani pazienti al concerto non ha stravolto l’organizzazione dell’evento, ma si è inserita con discrezione e rispetto nel suo svolgimento, lasciando una traccia che rimarrà nella memoria di chi ha partecipato.
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