Oggi è una data da ricordare per molti giovani studenti napoletani che, armati di macchina fotografica, hanno saputo raccontare con autenticità e sguardo innocente la bellezza, le contraddizioni e le storie silenziose dei propri quartieri. Si sta tenendo, infatri, presso la Scuola “Rodari-Moscati-D’Acquisto” di Miano, in via Lombardia 28, la cerimonia di premiazione del progetto “L’Architettura Partecipata dei Bambini”, promosso dall’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia. L’iniziativa, fortemente voluta e coordinata dall’architetto Paola Marzullo, presidente della Commissione Patrimonio Culturale e Centri Storici dell’Ordine, ha coinvolto gli Istituti Comprensivi “64° Rodari-Moscati-D’Acquisto” di Miano e “Regina Coeli” del centro storico, in un percorso educativo e creativo che ha saputo coniugare cittadinanza attiva, arte e conoscenza del territorio.
Quello che può sembrare solo un concorso fotografico è in realtà un esempio virtuoso di come la scuola, in collaborazione con le istituzioni professionali e culturali, possa rappresentare un luogo di riscatto sociale e consapevolezza urbana. Attraverso la lente fotografica, i bambini e i ragazzi hanno osservato, documentato e raccontato i luoghi della loro quotidianità: palazzi, piazze, angoli dimenticati, scorci pieni di storia e significato. Quartieri spesso citati solo per cronaca nera o per degrado, come Miano o alcune zone del centro antico, sono stati invece restituiti nella loro dimensione più umana, viva, dignitosa. Ed è proprio da questo sguardo nuovo che si genera la cultura della valorizzazione e della tutela, non imposta dall’alto, ma nata dal basso, dalla comprensione affettiva dei luoghi che si abitano ogni giorno.
Il progetto ha previsto una duplice articolazione. Una prima fase pratica, in cui gli alunni sono diventati veri e propri fotoreporter del proprio quartiere, esplorandolo a piedi, osservando dettagli spesso ignorati dagli adulti, immortalando scene di vita quotidiana, edifici, opere murarie e testimonianze architettoniche. Le loro fotografie, più di cento in totale, sono state poi valutate da una giuria qualificata che ha selezionato tre vincitori, ai quali verrà riconosciuto come premio un’esperienza culturale: una visita al Castello di Baia, luogo simbolo della stratificazione storica e architettonica della Campania. La seconda fase è stata invece teorica, con un ciclo di lezioni dedicate alla storia urbana dei quartieri coinvolti, tenute da architetti, professori e studiosi del territorio, che hanno aiutato gli studenti a collocare nel tempo e nello spazio i luoghi immortalati nei loro scatti.
Alla cerimonia prendono parte i dirigenti scolastici Carmine Riccio e Suor Anna Di Candia, rispettivamente per gli istituti “Rodari-Moscati-D’Acquisto” e “Regina Coeli”, e i referenti del progetto Giuseppina Pirozzi e Alessandro Langellotti, professori che con passione e tenacia hanno seguito ogni fase del percorso, sostenendo i ragazzi, motivandoli e aiutandoli a trasformare la loro curiosità in azione concreta. Ma saranno presenti anche figure istituzionali e professionali che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, come l’architetto Antonella Iovino, coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine, e altri membri del Consiglio degli Architetti.
Ciò che rende questo evento particolarmente significativo è la sua capacità di costruire un ponte reale tra generazioni, tra professionisti e studenti, tra aree diverse della città. Miano, quartiere popolare con mille sfide, e il centro storico di Napoli, patrimonio UNESCO ma segnato da anni di incuria, si sono incontrati grazie al lavoro delle scuole e all’entusiasmo dei più piccoli. Un ponte culturale che diventa anche un’occasione di dialogo sociale, perché l’architettura partecipata non è solo un concetto teorico, ma un’esperienza viva che coinvolge chi quegli spazi li vive ogni giorno.
Per i bambini e i ragazzi che hanno partecipato, questa esperienza ha rappresentato molto più di un semplice laboratorio scolastico. È stata un’occasione per guardare con occhi diversi la realtà che li circonda, per scoprirne il valore, per acquisire un senso di responsabilità nei confronti del bene comune. È proprio questo l’intento più profondo del progetto: educare alla cittadinanza attraverso la conoscenza del patrimonio, coltivare la consapevolezza che i luoghi non sono entità astratte, ma pezzi di identità collettiva da rispettare, proteggere e migliorare.
L’Ordine degli Architetti, attraverso la voce dell’architetto Marzullo, ha espresso la volontà di rendere questo progetto strutturale, con l’idea di portarlo anche in altri quartieri e istituti della provincia di Napoli. “Siamo convinti dell’utilità di questa iniziativa – ha dichiarato – perché crea un legame autentico tra scuola, territorio e professionisti. Vogliamo che diventi un appuntamento fisso, un laboratorio permanente di cultura urbana partecipata”. Ed è proprio su questa linea che si muovono anche le prossime iniziative in programma, sempre con al centro i bambini e la loro capacità unica di guardare il mondo con occhi liberi da pregiudizi.
In un’epoca in cui l’educazione civica rischia di essere relegata a materia marginale, progetti come questo dimostrano quanto sia fondamentale coltivare il senso di appartenenza al proprio territorio, soprattutto nei più giovani. Perché da quegli occhi curiosi che oggi inquadrano un murale, un portone antico o una scala in rovina, può nascere domani un cittadino consapevole, un architetto appassionato, un amministratore attento. E soprattutto può nascere una città migliore, costruita non solo con il cemento, ma con il rispetto, l’amore e la partecipazione.