La festa per lo Scudetto ha davvero travolto tutti, senza distinzioni tra tifosi comuni e membri della Chiesa. Dopo il clamore suscitato dalle immagini virali delle suore di clausura del Monastero delle Cappuccine, anche un parroco della provincia di Napoli ha voluto esprimere pubblicamente la propria gioia per lo storico successo della squadra guidata da Antonio Conte. Si tratta di don Mauro Zurro, parroco amatissimo della Basilica Pontificia di San Mauro Abate a Casoria, che ha scelto un’occasione particolarmente significativa per rendere omaggio al trionfo azzurro: la celebrazione delle Prime Comunioni nella sua parrocchia.
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Foto tratta da NapoliToday |
La scena è stata di quelle che restano impresse nella memoria dei presenti, ma anche nelle cronache locali e nei cuori dei fedeli. Durante la processione d'ingresso, don Mauro ha indossato la classica stola e la casula, come da rito, ma con un tocco inedito: una vistosa sciarpa azzurra del “Club Napoli Casoria” appoggiata sulle spalle. Un gesto che ha immediatamente acceso i sorrisi dei presenti e che è stato accolto con un misto di sorpresa, affetto e coinvolgimento emotivo, soprattutto da parte dei bambini, veri protagonisti della giornata, che hanno sfilato tra i banchi sventolando palloncini azzurri oltre ai tradizionali gigli bianchi.
Nonostante la scelta originale e goliardica del parroco, la celebrazione non ha perso in alcun modo il proprio carattere sacro e solenne. Don Mauro, infatti, ha indossato la sciarpa soltanto per il breve tragitto della navata centrale, rimuovendola con rispetto e discrezione prima di salire sull’altare. Un equilibrio perfetto tra fede e passione calcistica, che dimostra come le due dimensioni possano convivere nel rispetto dei luoghi e dei momenti liturgici.
Ad aprire la celebrazione, le parole emozionate e sentite del sacerdote: “Come fa la canzone? Abbiamo un sogno nel cuore. E questo sogno si è realizzato. Però questa mattina diciamo: abbiamo una gioia nel cuore. Una gioia doppia, particolarmente per questi fanciulli che per la prima volta si nutrono di Gesù”. Con questo incipit, don Mauro ha saputo legare con semplicità ed efficacia il sentimento collettivo di festa per la vittoria calcistica con la gioia spirituale di una delle tappe più importanti nella vita cristiana: la Prima Comunione.
Il gesto del parroco di Casoria non è passato inosservato, e ha generato un’eco positiva tra i fedeli della parrocchia e i tifosi napoletani sparsi ovunque. In un momento storico in cui la fede popolare e la passione calcistica si intrecciano profondamente nella cultura del Sud, iniziative come quella di don Mauro diventano simboli potenti di appartenenza, identità e condivisione.
La Basilica di San Mauro Abate, già nota per il suo forte legame con la comunità locale, si è così trasformata per un giorno in un luogo dove l’amore per la propria squadra si è unito all’amore per Dio, senza forzature né eccessi. Tutto si è svolto con il giusto equilibrio, senza mai perdere di vista il vero significato della giornata: l’incontro tra i piccoli comunicandi e il Corpo di Cristo, in un clima di festa, emozione e, perché no, orgoglio azzurro.
L’immagine di don Mauro con la sciarpa del Napoli è già diventata virale sui social, condivisa da numerosi profili legati al tifo partenopeo ma anche da tantissimi cittadini comuni, che hanno visto in quel gesto una rappresentazione autentica del popolo napoletano: capace di credere, di sognare, di gioire insieme, sia sui campi di calcio che nei luoghi sacri della propria spiritualità.
Casoria, quindi, si è dimostrata ancora una volta un luogo vivo, partecipe e profondamente legato alla doppia anima del popolo campano: quella devota e quella calcistica, che spesso camminano mano nella mano. E in questa primavera del 2025, segnata dallo Scudetto e dalle Prime Comunioni, don Mauro Zurro ha saputo regalare ai suoi parrocchiani un ricordo che resterà inciso nella storia della comunità.
Una celebrazione unica, gioiosa, partecipata. Un giorno in cui l’azzurro del cielo sembrava riflettersi nelle vetrate della chiesa e negli occhi pieni di fede e felicità dei bambini. E forse, se c’è un modo per raccontare davvero l’identità profonda di una terra come quella di Casoria, è proprio questo: un prete con la sciarpa del Napoli, un bambino che riceve Gesù, e un popolo che canta all’unisono: “Abbiamo un sogno nel cuore…”.