La storia di Assunta Scutto, per tutti semplicemente Susy, è quella di un talento puro, forgiato nella palestra di Scampia del maestro Gianni Maddaloni e diventato simbolo di riscatto e orgoglio per un’intera città. Nata e cresciuta a Napoli, la 23enne judoka azzurra ha conquistato la medaglia di bronzo nella categoria -48 kg agli Europei di judo a Podgorica, in Montenegro, regalando all’Italia la sua prima medaglia nella rassegna continentale. Una vittoria maturata in appena un minuto di incontro nella finalina contro l’olandese Amber Gersjes, dominata con un ippon che non ha lasciato dubbi sulla superiorità dell’atleta campana. Un successo che assume un valore ancora più grande se si considera il percorso di Susy, fatto di sacrifici, allenamenti estenuanti, delusioni superate e sogni coltivati con determinazione, sempre con quella luce negli occhi tipica di chi sa da dove viene e dove vuole arrivare.
La medaglia europea rappresenta un traguardo storico per la giovane atleta, ma è anche il coronamento di un lungo viaggio iniziato tra i tatami di Scampia, dove Susy si è formata come sportiva e come persona. Fin da piccola ha mostrato uno spirito competitivo fuori dal comune, ma anche una grande umiltà, quella che l’ha portata a restare ancorata ai valori trasmessi dal maestro Maddaloni: rispetto, disciplina, dedizione. A tredici anni ha fatto una scelta precisa: non abbandonare il judo, nonostante le difficoltà e le rinunce, decidendo di continuare a inseguire un sogno con tutte le sue forze. E i risultati non si sono fatti attendere. Nel 2021 è diventata campionessa mondiale juniores, dimostrando al mondo che da Scampia possono uscire non solo campioni, ma anche esempi di virtù sportiva e umana.
Il cammino verso il podio europeo non è stato semplice. Scutto era reduce dalla delusione di Parigi, dove ai quarti di finale aveva visto sfumare una medaglia a causa di un arbitraggio discusso, subendo una sconfitta dalla svedese Babelfath. Ma non si è abbattuta. A Podgorica è tornata più determinata che mai, superando in sequenza la maltese Katryna Esposito e la turca Tugce Beder, prima di arrendersi in semifinale alla francese Shirine Boukli, una delle atlete più temute della categoria. Nella finalina per il bronzo, Susy ha messo in campo tutta la sua esperienza e il suo talento, andando subito in vantaggio con un waza-ari e chiudendo il match con una spettacolare immobilizzazione a terra. Il suo ippon ha fatto esplodere di gioia lo staff azzurro e i tifosi italiani, ma soprattutto ha dato un segnale fortissimo: la napoletana c’è, e il suo futuro è ancora tutto da scrivere.
Quella ottenuta in Montenegro è la sua prima medaglia in un Europeo senior, ma Susy può già vantare un palmarès da veterana. Oltre al mondiale juniores del 2021, ha conquistato tre medaglie consecutive ai campionati mondiali senior: bronzo a Tashkent nel 2022, bronzo a Doha nel 2023 e argento ad Abu Dhabi nel 2024. Ha scalato la World Ranking List fino a raggiungerne la vetta, ma finora le era mancata proprio la medaglia continentale tra le senior. Ora quel tassello è stato finalmente aggiunto, e la sua collezione si arricchisce di un altro gioiello. Dietro ogni podio c’è una fatica immensa, e Susy lo sa bene. Le sue giornate iniziano all’alba, tra sedute in palestra e allenamenti intensi, e finiscono solo quando il corpo non ha più energie. Ma il motore che la spinge è interiore, è fatto di fede e di amore per lo sport. Non a caso, Susy appartiene alla Chiesa Evangelica e non perde mai occasione per ribadire che per lei la fede è un pilastro. “Dio ha un piano per me, che vinca o che perda. L’importante è dare il massimo. Sono già grata di quello che ho”, ha dichiarato più volte. Una dichiarazione che racconta tanto del suo approccio alla vita e alla competizione.
Il trionfo europeo di Susy Scutto non è solo una vittoria personale, ma anche un motivo di orgoglio per Napoli e per il quartiere di Scampia, troppo spesso associato solo alle sue criticità e mai abbastanza celebrato per i suoi talenti. La sua medaglia è il simbolo di una comunità che lotta, che non si arrende, che attraverso lo sport riesce a costruire nuove narrazioni, fatte di impegno, solidarietà e futuro. Nella palestra Maddaloni, che da anni rappresenta un baluardo educativo e sportivo in uno dei quartieri più complessi d’Italia, si cresce prima come persone e poi come atleti. È lì che Susy ha imparato a cadere e a rialzarsi, a rispettare l’avversario, a credere nei propri mezzi. Ed è da lì che ha spiccato il volo verso i più grandi palcoscenici internazionali.
La medaglia di bronzo conquistata a Podgorica è solo l’inizio di una nuova fase della carriera di Susy Scutto. Con le Olimpiadi di Parigi 2024 alle porte e una visibilità sempre maggiore, le aspettative su di lei crescono, ma la judoka napoletana sembra avere le spalle larghe per reggere il peso delle responsabilità. Il suo carattere, la sua fede, la sua forza mentale sono qualità rare, che la rendono una delle figure più interessanti dello sport azzurro contemporaneo. Non è solo un’atleta vincente, è anche un modello per le nuove generazioni, la dimostrazione vivente che con passione e lavoro tutto è possibile, anche partire da una palestra di periferia e arrivare a brillare sul podio d’Europa.
Il pubblico italiano guarda a lei con ammirazione, non solo per quello che fa sul tatami, ma anche per quello che rappresenta fuori: un esempio di integrità, di perseveranza, di talento coltivato con amore. E a Scampia, dove tutto è cominciato, ogni ippon di Susy è una vittoria collettiva, ogni medaglia è un raggio di luce in più. Con la sua energia contagiosa, la sua determinazione incrollabile e il suo sorriso che non si spegne mai, Assunta Scutto ha già scritto una pagina importante dello sport italiano. E, siamo certi, ne scriverà ancora molte altre.