Secondigliano piange i suoi morti due volte. La prima, come è naturale, nel momento del distacco, della perdita, del dolore umano che colpisce ogni famiglia. La seconda, ogni volta che i cittadini si recano al cimitero per una visita, un pensiero, una preghiera, e si trovano davanti a uno scenario inaccettabile fatto di incuria, sporcizia, degrado e assenza totale di rispetto. Il cimitero di Secondigliano non è solo un luogo trascurato: è l’emblema di una gestione fallimentare, di un disinteresse che ferisce, di una vergogna che urla. Le immagini che circolano parlano da sole, ma non bastano più le foto a raccontare quanto sia profonda la ferita. Serve una presa di coscienza collettiva. Serve che le istituzioni ascoltino davvero. Perché lasciare una bara in un sacco nero della spazzatura abbandonata tra le erbacce e i rifiuti non è solo indecoroso: è disumano.
Ci si aspetta che un cimitero sia un luogo di silenzio, ordine e cura. Invece, Secondigliano deve fare i conti con viali impraticabili, invasi da una vegetazione fuori controllo, con loculi circondati da spazzatura e rifiuti di ogni tipo. I contenitori per la raccolta dei fiori marciscono senza essere svuotati. Le cappelle familiari sono sommerse da rovi e arbusti. I visitatori sono costretti a farsi largo tra l’erba alta per raggiungere la tomba di un genitore, di un figlio, di un fratello. E mentre la natura cresce in maniera incontrollata, il disinteresse cresce ancora di più. Il dolore dei cittadini si moltiplica, trasformandosi in rabbia, indignazione, impotenza. Il degrado non è un evento occasionale: è diventato la regola.
In un territorio già profondamente segnato da fragilità sociali ed economiche, il cimitero dovrebbe essere un luogo di rifugio emotivo. Ma cosa resta della dignità di un quartiere quando persino i suoi morti vengono abbandonati? Il cimitero rappresenta la storia di una comunità, i suoi legami, la sua memoria. Oggi invece sembra essere diventato una discarica a cielo aperto. Un luogo che dovrebbe accogliere il raccoglimento spirituale è stato ridotto a deposito di rifiuti. E la scena di quella bara avvolta in un sacco nero, abbandonata tra le sterpaglie, è l’immagine più dura, il simbolo di un degrado senza precedenti, che non può e non deve essere tollerato oltre.
I cittadini di Secondigliano chiedono rispetto. Non si tratta di un favore, ma di un diritto. Il rispetto per i defunti, per le famiglie che li onorano, per la memoria collettiva. Le istituzioni sono chiamate a rispondere, non con le parole ma con i fatti. Basta con le promesse rimandate. Basta con gli interventi tampone che durano lo spazio di una settimana. Serve un piano serio, strutturato, duraturo. Serve una bonifica totale, seguita da una manutenzione continua. Serve vigilanza, controllo, presenza. E serve ascoltare davvero la voce di chi ogni giorno entra in quel cimitero col cuore pieno di dolore e si trova davanti un incubo.
La situazione attuale non è solo un problema estetico. È un problema culturale, sociale, istituzionale. La negligenza con cui viene trattato il cimitero è lo specchio di come venga trattato il quartiere. E Secondigliano non può essere dimenticato. Secondigliano è fatta di persone, di famiglie, di storie. È fatta anche dei suoi morti, che meritano onore e non disprezzo. Non possiamo più chiudere gli occhi davanti a questa vergogna. Non possiamo più accettare che un luogo sacro venga lasciato morire nell’indifferenza generale. Ogni giorno che passa senza un intervento concreto è una ferita che si riapre, un’altra offesa alla dignità collettiva.
Bisogna dire basta. Basta con il degrado, basta con le bare trattate come rifiuti, basta con le lapidi soffocate dalle sterpaglie. Il cimitero di Secondigliano deve tornare a essere ciò che è sempre stato: un luogo di pace, di memoria, di civiltà. E per farlo serve l’impegno di tutti: cittadini, istituzioni, operatori. Ma soprattutto serve un cambio di mentalità, un risveglio morale. Perché il rispetto non può essere concesso a giorni alterni. Il rispetto è quotidiano, è una scelta, è una responsabilità. E chi ha il potere e il dovere di intervenire non può più far finta di nulla.
Secondigliano merita di più. Merita un cimitero all’altezza del suo valore umano e culturale. Merita un’amministrazione che ascolta, agisce, rispetta. Merita silenzio, sì, ma non quello del disinteresse: il silenzio sacro della preghiera, del ricordo, della presenza. Tutto il resto è solo vergogna. E la vergogna non deve più trovare posto nei nostri luoghi di memoria.
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