Nella notte tra martedì 31 dicembre e mercoledì 1 gennaio, la popolosa zona del Parco delle Acacie a Casavatore è stata teatro di un inquietante episodio che riporta alla memoria lo spettro del pizzo e della criminalità organizzata. Almeno una decina di colpi di pistola sono stati esplosi contro le saracinesche di due negozi situati nel cuore del quartiere, generando paura tra i residenti e un clima di tensione che sembra riportare indietro l'orologio del tempo, ai momenti più bui della lotta contro il racket.
Secondo le prime ricostruzioni effettuate dai carabinieri della stazione locale e della Compagnia di Casoria, l'attacco è avvenuto durante le prime ore del nuovo anno. L'azione criminale sembra essere stata premeditata, con i responsabili che avrebbero sparato ad altezza uomo da distanza ravvicinata. Nonostante la natura del gesto lasci poco spazio a interpretazioni, le forze dell’ordine stanno al momento valutando tutte le piste possibili, cercando di ricostruire con precisione l’accaduto e individuare gli autori di quello che appare come un avvertimento legato al pagamento del pizzo.
Il racket delle estorsioni rappresenta da decenni una delle piaghe più radicate del tessuto economico e sociale della Campania. Per molti commercianti e imprenditori locali, il pagamento del pizzo è diventato una condizione imposta dalla criminalità organizzata per poter operare, trasformando il terrore in una costante quotidiana. Tuttavia, negli ultimi anni, grazie all'impegno delle forze dell'ordine e alla collaborazione di coraggiosi imprenditori disposti a denunciare, si era assistito a una graduale diminuzione di episodi violenti legati al racket. L’attacco di Capodanno, però, potrebbe segnare un’inversione di tendenza preoccupante.
L’episodio del Parco delle Acacie non colpisce solo due attività commerciali, ma getta un’ombra su un’intera comunità. Gli abitanti del quartiere, già provati da difficoltà economiche e problemi di sicurezza, si trovano ora ad affrontare un clima di paura e incertezza. Molti temono che il silenzio possa alimentare ulteriormente la forza dei clan e contribuire a una spirale di violenza senza fine.
Le modalità dell'attacco, compiuto in piena notte e in una data simbolica come quella di Capodanno, suggeriscono una strategia precisa da parte della criminalità: riaffermare il controllo del territorio e inviare un messaggio chiaro non solo alle vittime dirette, ma all’intera comunità. I colpi esplosi, infatti, non miravano a danneggiare soltanto le strutture fisiche dei negozi, ma a colpire psicologicamente tutti coloro che vivono e lavorano nella zona.
Gli inquirenti stanno concentrando le indagini su diverse ipotesi. Tra queste, spicca quella di una possibile ritorsione nei confronti di commercianti che potrebbero aver rifiutato di pagare il pizzo o che avrebbero collaborato con le forze dell’ordine. Un'altra pista battuta è quella di una faida interna tra gruppi criminali per il controllo del racket nella zona. In ogni caso, la presenza di telecamere di videosorveglianza nei pressi dei negozi colpiti potrebbe fornire elementi utili per identificare i responsabili.
La reazione delle istituzioni locali e della cittadinanza sarà cruciale per contrastare l’escalation di violenza. Numerosi rappresentanti delle associazioni anti-racket hanno già espresso solidarietà nei confronti dei commercianti colpiti, ribadendo l'importanza di denunciare ogni forma di intimidazione. Allo stesso tempo, le autorità locali hanno promesso un’intensificazione dei controlli e delle attività investigative per garantire la sicurezza della zona e dimostrare che lo Stato è presente.
Tuttavia, il lavoro delle forze dell’ordine rischia di essere vanificato se non accompagnato da un’azione corale della società civile. È necessario un cambiamento culturale profondo, che incoraggi le vittime a rompere il muro di omertà e a denunciare. Solo attraverso una rete di solidarietà, che coinvolga istituzioni, cittadini e associazioni, sarà possibile spezzare le catene del racket e restituire a Casavatore la serenità che merita.
L'episodio di Capodanno rappresenta un monito per l'intera regione. La lotta contro il pizzo non riguarda solo le vittime dirette, ma tutta la società, perché ogni atto di intimidazione criminale mina le fondamenta del vivere civile. La speranza è che l'indignazione suscitata da questo episodio si traduca in azioni concrete per rafforzare la sicurezza e costruire un futuro libero dal giogo della criminalità organizzata.
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