Era una notte di festa, la più lunga dell’anno, quella in cui ci si riunisce attorno al tavolo per celebrare il passaggio a un nuovo inizio. Tra luci, brindisi e il profumo di piatti tradizionali, tutto sembrava procedere come ogni anno nella casa di Luca Salerno, un 30enne di Secondigliano. Ma questa volta il Capodanno della sua famiglia si è trasformato in un evento ben diverso da ciò che tutti si aspettavano.
Luca, infatti, non era un invitato qualsiasi al cenone di San Silvestro. Dal mese di agosto dello scorso anno, era ufficialmente ricercato. Dopo aver lasciato i domiciliari senza alcuna autorizzazione, era scomparso, eludendo ogni tentativo delle forze dell’ordine di rintracciarlo. Un uomo in fuga, che aveva lasciato dietro di sé una scia di interrogativi e un mandato pendente emesso dalla procura di Napoli Nord.
I carabinieri della stazione di Secondigliano, però, non avevano mai smesso di cercarlo. Mesi di indagini, appostamenti e verifiche. Aspettavano solo un passo falso. E quel passo falso è arrivato proprio nella notte di Capodanno. La notizia che il 30enne sarebbe tornato a casa per festeggiare con la famiglia era giunta alle orecchie degli investigatori, che hanno deciso di agire.
La cena era in corso. Antipasti e primi piatti già consumati, il conto alla rovescia per il nuovo anno si avvicinava, insieme ai dolci natalizi ancora da scartare. In tavola si parlava di progetti, auguri, speranze per il futuro. Nessuno immaginava che, di lì a poco, la festa sarebbe stata interrotta nel modo più inaspettato.
Alle 22:30, un suono improvviso ha rotto l’armonia della serata: il campanello. Non erano ospiti in ritardo, né amici venuti a brindare. Alla porta si sono presentati i carabinieri in uniforme. Luca è stato il primo a capire cosa stesse accadendo. Il sorriso che aveva accompagnato i brindisi si è spento all’istante, mentre apriva la porta.
I militari non hanno lasciato spazio a esitazioni. Con calma e professionalità, hanno eseguito l’arresto. Luca, che doveva scontare quasi sei mesi di carcere, ha provato a prendere tempo, lamentandosi in dialetto napoletano di non aver nemmeno finito di cenare con sua madre: "Non ho manco finito 'e magnà cu mammà". Ma ogni discussione era inutile.
Con una breve comunicazione alla famiglia, Luca è stato accompagnato fuori di casa e portato nel carcere di Poggioreale. I dolci sono rimasti intatti, i brindisi interrotti, e la festa si è trasformata in una serata di sgomento e silenzio.
Questa vicenda rappresenta un chiaro esempio di come le forze dell’ordine lavorino senza sosta per garantire che la giustizia faccia il suo corso. Il caso di Luca Salerno dimostra che anche i più piccoli errori, come tornare a casa per un cenone, possono costare cari a chi cerca di sfuggire alla legge.
Per la famiglia, invece, quel Capodanno resterà nella memoria non come una celebrazione, ma come un momento di brusca realtà. Una lezione amara, che ricorda come ogni scelta abbia conseguenze, anche nei momenti che si vorrebbero dedicare alla serenità e all’affetto familiare.
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