Oggi, 2 novembre, riviviamo una delle leggende più inquietanti e affascinanti, un racconto che affonda le radici in una notte buia e piovosa del lontano 1945. Protagonista di questa storia è un operaio di Napoli che, dopo un lungo turno di lavoro, si accingeva a tornare a casa. Era una notte senza stelle, e l’unica luce era quella intermittente dei lampioni che rischiaravano a malapena la strada deserta che conduceva al cimitero della Doganella. Con i vestiti ancora impregnati di olio e un vecchio impermeabile accanto a lui sul sedile, l’uomo proseguiva tranquillo, ignaro dell’incontro che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
All’improvviso, nel cono di luce dei suoi fari, apparve una figura femminile. Era una giovane donna, i cui capelli bagnati brillavano sotto la pioggia incessante. Indossava un abito leggero, del tutto inadatto alla notte gelida. Tremava visibilmente, e il suo volto, seppur bellissimo, tradiva uno sguardo perso e malinconico. L’operaio, sorpreso e un po’ incantato dalla sua presenza, non esitò un istante. Da gentiluomo quale era, arrestò l’auto e, con cortesia, le porse il suo vecchio impermeabile per coprirla. La fece accomodare sul sedile accanto a lui, accendendo il riscaldamento per cercare di riscaldarla un po’.
Durante il breve tragitto verso Capodichino, la ragazza non disse una parola, limitandosi a guardare dritto davanti a sé. C’era qualcosa di enigmatico nella sua espressione, una sorta di dolore trattenuto, che l’operaio non riusciva a spiegarsi. Quando giunsero all’indirizzo indicato dalla ragazza, lei scese rapidamente dall’auto. Distratto da un movimento improvviso, l’uomo si voltò per un istante e, quando guardò nuovamente in direzione della giovane, lei era scomparsa. Al posto suo, solo il vuoto. E dell’impermeabile che le aveva dato non c'era traccia.
Stupito e leggermente turbato, l’uomo si domandò se avesse solo immaginato tutto. Tuttavia, il ricordo di quella notte non gli diede pace. Così, il giorno seguente decise di tornare in quel quartiere, deciso a riappropriarsi del suo impermeabile e magari a scoprire qualcosa in più su quella strana ragazza. Quando bussò alla porta dell’abitazione, gli aprì una donna anziana, che indossava uno scialle di lana sulle spalle. L’uomo la salutò e, con un po’ di esitazione, le chiese se quella fosse la casa della ragazza che aveva accompagnato la notte precedente. La donna lo guardò con uno sguardo triste e, dopo un attimo di silenzio, gli chiese di descrivere l'aspetto della giovane.
Con voce commossa, l’uomo ricordò nei dettagli il viso della ragazza, l’abito bagnato dalla pioggia, i capelli scuri che si attaccavano al volto. A quel punto la vecchia iniziò a piangere sommessamente. Dopo aver preso fiato, gli raccontò che, in quella casa, viveva davvero una giovane ragazza, sua unica figlia. Tuttavia, lei era morta l’anno prima, durante un terribile bombardamento che aveva colpito la zona di Capodichino. La madre lo guardò con uno sguardo carico di dolore e incredulità, incapace di credere che un estraneo avesse potuto incontrare il fantasma della sua amata figlia.
Per fugare ogni dubbio, la donna e l’operaio si recarono insieme al cimitero della Doganella. Il percorso si svolse in silenzio, mentre i due si chiedevano se ciò che stavano per scoprire fosse reale o frutto della loro immaginazione. Quando finalmente giunsero alla tomba della ragazza, rimasero entrambi senza parole. Proprio sopra la lapide, inaspettatamente, vi era adagiato l’impermeabile dell’operaio, intatto e asciutto, come se fosse stato lì da sempre.
Da allora, quella storia si è tramandata di generazione in generazione, arricchendosi di dettagli e sfumature, fino a diventare una delle leggende più popolari di Napoli. La notte del 2 novembre, giorno dedicato ai defunti, molti raccontano di aver visto una giovane donna vagare nelle vicinanze del cimitero della Doganella, con indosso un vecchio impermeabile, come se aspettasse di essere accompagnata a casa ancora una volta.
Questa leggenda incarna il legame profondo che i napoletani sentono con l'aldilà, e la credenza che i morti possano, in certe circostanze, manifestarsi ai vivi per comunicare un messaggio o per chiedere un ultimo favore. La ragazza di Capodichino è così divenuta simbolo di una memoria che persiste oltre la morte, un’apparizione che riaffiora nelle notti di pioggia, quando le luci si spengono e il silenzio invade le strade deserte della città.
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