Un episodio di straordinaria tensione si è consumato nella serata di giovedì nel carcere di Secondigliano, dove una detenuta cubana ha tentato una clamorosa evasione. La donna è riuscita a infilarsi tra le grate delle finestre del reparto in cui era detenuta e ha raggiunto la block house, una delle ultime postazioni di sorveglianza prima di uscire all’esterno. Tuttavia, il tempestivo intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria ha permesso di sventare il tentativo di fuga in extremis, riportando la situazione sotto controllo.
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), attraverso le dichiarazioni del vicesegretario per la Campania Raffaele Munno e del delegato Donato Vaia, ha espresso apprezzamento per l’operato degli agenti. “La professionalità e il senso del dovere dimostrati dai nostri poliziotti sono encomiabili – si legge nella nota del SAPPE –. Grazie a loro, il grave evento è stato evitato, ma questa situazione mette in evidenza problemi strutturali e organizzativi che non possono essere più ignorati.
L’episodio, pur risoltosi senza conseguenze tragiche, riporta alla luce le numerose criticità del carcere di Secondigliano, da tempo al centro delle denunce del SAPPE. Secondo quanto affermato dal segretario regionale del sindacato, Tiziana Guacci, la struttura penitenziaria di Secondigliano non è idonea per ospitare detenute donne, e le ripetute segnalazioni inviate al Provveditore non hanno finora portato ad alcuna azione concreta.
“Abbiamo denunciato centinaia di volte l’inadeguatezza della struttura per le detenute – dichiara Guacci – ma le nostre segnalazioni sono rimaste inascoltate. La situazione è aggravata dalla significativa carenza di personale, sia di polizia penitenziaria che di sottoufficiali, che influisce negativamente sull’organizzazione del lavoro.”
L’intervento della Polizia Penitenziaria, descritto come “brillante” dal segretario generale del SAPPE Donato Capece, ha evitato che la fuga della detenuta potesse degenerare in un evento ancor più grave, con potenziali rischi per la sicurezza dei poliziotti, degli altri detenuti e della comunità esterna.
Capece non nasconde la sua preoccupazione per la situazione critica in cui operano gli agenti: “Solo grazie alla prontezza dei nostri uomini si è evitata una fuga che avrebbe potuto avere conseguenze molto serie. Questo episodio dimostra quanto siano urgenti interventi strutturali per garantire la sicurezza nelle carceri e tutelare l’incolumità del personale e dei detenuti.”
Il tentativo di evasione della detenuta cubana ha riacceso i riflettori sulle numerose problematiche del sistema penitenziario italiano, in particolare sulla necessità di adeguare le strutture detentive alle esigenze specifiche dei vari tipi di detenuti. Il SAPPE chiede interventi immediati da parte del Ministero della Giustizia per affrontare le criticità del carcere di Secondigliano, con l’adozione di misure concrete per potenziare la sicurezza e migliorare le condizioni lavorative degli agenti penitenziari.
La vicenda solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche penitenziarie in vigore e sul ruolo delle istituzioni nel garantire la sicurezza all’interno dei carceri. Se non verranno presi provvedimenti, avverte il SAPPE, situazioni come quella verificatasi a Secondigliano potrebbero diventare sempre più frequenti, con gravi ripercussioni per tutto il sistema di giustizia italiano.
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