Il crollo del ballatoio della Vela Celeste a Scampia ha portato alla luce problemi strutturali e di sicurezza già noti da tempo, mettendo in evidenza la precarietà delle condizioni abitative della zona. Il disastro, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, ha causato la morte di tre persone e ferito gravemente altre. Gli abitanti, sconvolti e furiosi, chiedono risposte e azioni concrete, mentre emergono dettagli inquietanti sulle cause e le responsabilità dietro la tragedia.
Già nel 2016, il bando "Restart Scampia" evidenziava la grave situazione delle passerelle in acciaio e cemento armato che collegano i vari piani della Vela Celeste. Il documento descriveva uno stato di degrado avanzato, dovuto a una manutenzione insufficiente e protratta nel tempo. La corrosione aveva reso pericolante la struttura, con distacchi evidenti che rappresentavano un grave rischio per i residenti.
"La rete di collegamento pedonale tra i vari piani è costituita da passerelle in acciaio e cemento armato posizionate nella parte centrale tra i due corpi di fabbrica paralleli. Tale struttura si trova in uno stato di degrado dovuto a fenomeni di forte corrosione per la scarsa manutenzione che si è protratta negli anni. In molte parti si notano distacchi delle stesse passerelle, con grave pericolo per i residenti" .
Oltre al degrado strutturale, la relazione del progetto "Restart Scampia" denunciava la presenza di amianto nei parapetti dei balconi e delle passerelle. Questo materiale, noto per i suoi effetti nocivi sulla salute umana, aggiungeva un ulteriore livello di rischio per gli abitanti della Vela Celeste. La combinazione di strutture pericolanti e materiali tossici rappresentava un'emergenza sanitaria e strutturale già documentata, ma evidentemente non affrontata con la dovuta urgenza.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha incontrato una delegazione di cittadini del comitato Vele, cercando di rassicurare la popolazione sull'avanzamento del programma "Re Start Scampia". Tuttavia, le parole del sindaco non sono bastate a placare la rabbia e la frustrazione dei residenti. Alcuni hanno espresso la loro indignazione, sostenendo che i lavori di riqualificazione erano stati condotti senza la necessaria attenzione alle condizioni di sicurezza.
"Dovevano controllare, prima di fare i lavori dovevano controllare meglio le cose," ha dichiarato un uomo. "Prima di fare questi interventi dovevano pensare a fare le case. E non con le persone dentro, le hanno indebolite lavorando con i martelli pneumatici sotto e i mezzi meccanici," ha affermato un altro. Le critiche si sono concentrate anche sulla mancata evacuazione dei residenti, con molti che si sono sentiti abbandonati e costretti a vivere in condizioni pericolanti.
Nonostante la tragedia, il programma "Re Start Scampia" prosegue. Questo progetto di rigenerazione urbana prevede l'abbattimento della Vela Rossa e della Vela Gialla, con la riqualificazione della Vela Celeste destinata a servizi di pubblica utilità e la costruzione di oltre 400 nuovi alloggi. Finanziato con 18 milioni di euro, il Piano Periferie mira a trasformare una delle aree più degradate di Napoli in un quartiere sicuro e vivibile.
Il crollo della Vela Celeste ha sollevato molte domande sulle tempistiche e le modalità di intervento. Il sindaco Manfredi ha sottolineato che il programma non subirà ritardi, ma dovrà essere affrontato con maggiore attenzione e trasparenza, garantendo la sicurezza dei residenti e la qualità degli interventi.
La tragedia della Vela Celeste a Scampia è un monito sulle conseguenze dell'incuria e della gestione inadeguata del patrimonio edilizio pubblico. Le denunce degli abitanti e i rapporti tecnici inascoltati hanno contribuito a creare una situazione di grave pericolo, culminata in un disastro evitabile. Ora, è imperativo che le autorità locali e nazionali rispondano con azioni concrete, garantendo la sicurezza e il benessere dei cittadini di Scampia, affinché una tragedia simile non si ripeta mai più.
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