Giugliano in Campania vive una svolta storica con la demolizione delle baracche e lo sgombero dei rom dal campo di via Carrafiello. La decisione, presa dal Tribunale di Napoli, segna la fine di un lungo periodo di illegalità diffusa e roghi tossici che hanno afflitto il territorio per anni.
La storia ha origine dall’occupazione di circa 75 ettari di terreno appartenenti all’imprenditore Francesco Micillo. Questo terreno fu preso di mira dai rom a seguito dello sgombero del precedente campo in località Schiattarella, deciso dall’amministrazione dell’epoca guidata da Antonio Poziello. L'insediamento crebbe incontrollato, trasformandosi in una cittadina abusiva, causando devastanti conseguenze per la proprietà di Micillo e per l’ambiente circostante.
Nonostante numerosi interventi delle forze dell’ordine per contrastare l’illegalità all’interno del campo, il problema dell’occupazione forzosa del terreno è rimasto irrisolto per anni. Tuttavia, Francesco Micillo ha deciso di rivolgersi all’avvocato Roberto Buonanno, del foro di Napoli, per tutelare i propri diritti. Attraverso una procedura civile d’urgenza (ex art. 700 cpc), il legale è riuscito a ottenere dal Giudice Monocratico, dottor Felice Angelo Pizzi, un provvedimento di sgombero con l’ausilio delle forze dell’ordine.
Questo provvedimento, risalente ai primi giorni di giugno, prevede anche un’importante fase di risarcimento per i danni subiti da Micillo. Tra questi, la distruzione delle colture, l’abbattimento di manufatti edilizi legittimi e l’inquinamento dell’area dovuto a roghi e smaltimento di sostanze nocive. La sentenza apre la strada alla liberazione dell’area privata e, dopo le necessarie bonifiche, alla sua restituzione al legittimo proprietario.
La decisione del Tribunale rappresenta una svolta tanto attesa per Francesco Micillo e la cittadinanza giuglianese. Il terreno di Micillo, che si estende per circa 75 ettari, fu occupato dai rom dopo lo sgombero deciso dall’amministrazione guidata da Antonio Poziello del campo che sorgeva in località Schiattarella. Da quel momento, l’insediamento è cresciuto senza controllo, trasformandosi in una vera e propria cittadina abusiva, con devastanti conseguenze per la proprietà di Micillo e per l’ambiente circostante.
Gli interventi delle forze dell’ordine sono stati numerosi ma concentrati sull’illegalità diffusa all’interno del campo e sugli aspetti di essa portati all’esterno dai suoi abitanti. Tuttavia, nessuna azione concreta è stata intrapresa per risolvere l’esproprio forzoso del terreno fino all'intervento dell’avvocato Roberto Buonanno.
Come riportato dal quotidiano Il Mattino, Micillo si è rivolto all’avvocato Buonanno per rivendicare i propri diritti e ottenere giustizia. Attraverso una procedura civile d’urgenza (ex art. 700 cpc), il legale è riuscito a ottenere un provvedimento di sgombero a danno degli occupanti del campo rom, con l’ausilio delle forze dell’ordine.
Il provvedimento giudiziario prevede non solo lo sgombero del campo ma anche un’importante fase di risarcimento per i danni subiti da Micillo. Tra questi, la distruzione delle colture, l’abbattimento di manufatti edilizi legittimi presenti sull’area e l’inquinamento dell’area dovuto ai roghi e allo smaltimento di sostanze nocive. Dopo le necessarie bonifiche, il terreno sarà restituito al legittimo proprietario, segnando la fine di un lungo periodo di sofferenza e illegalità.
La sentenza rappresenta un importante passo avanti per la comunità di Giugliano, offrendo la speranza che l’esecuzione del provvedimento avvenga in tempi brevi. La liberazione del terreno e la sua restituzione a Francesco Micillo sono viste come un segnale di rinascita per un territorio da anni afflitto da problemi di illegalità e degrado ambientale. La cittadinanza giuglianese spera che questo rappresenti l’inizio di una nuova era di legalità e sicurezza per l’intera comunità.
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