Nel 2023, Napoli contava circa 255 mila occupati, pari al 71% della forza lavoro cittadina. Tuttavia, il tasso di occupazione, che si attesta al 41% per la popolazione tra i 15 e i 64 anni, risulta essere il più basso tra le grandi città italiane. Questi dati emergono dal primo rapporto dell’Osservatorio Economia e Società di Napoli, che evidenzia le complessità del mercato del lavoro nel capoluogo campano.
Negli ultimi cinque anni, Napoli ha visto una significativa riduzione del numero di inattivi, con un calo di 30.000 unità. Tuttavia, le diminuzioni nel numero di occupati (-1.500) e disoccupati (-5.000) sono state molto meno marcate. Complessivamente, i tassi di attività e disoccupazione hanno registrato un miglioramento, riflettendo un leggero incremento anche nel tasso di occupazione, influenzato dalle dinamiche demografiche.
Un'analisi più approfondita rivela un netto divario di genere nell'attività lavorativa. Il 54% degli uomini è occupato o in cerca di lavoro, mentre tra le donne questa percentuale scende al 31%. Questo squilibrio è ancora più evidente nel 2024, dove solo una donna su quattro risulta attivamente coinvolta nel mercato del lavoro, segnando una delle sfide più critiche per la città.
Il tasso di occupazione varia significativamente tra le diverse aree di Napoli. Nel 2021, la Municipalità 1 (Chiaia, Posillipo, S. Ferdinando) registrava il tasso più alto con il 52%, mentre la Municipalità 7 (Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno) aveva il tasso più basso al 38%. Questa variabilità è attribuibile principalmente alla diversa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ad esempio, il tasso di occupazione femminile raggiunge il 45% a Chiaia-Posillipo e il 51% al Vomero-Arenella, mentre nelle aree più periferiche come Secondigliano e Scampia oscilla tra il 23% e il 26%.
A Napoli sono attive circa 80.000 imprese, un numero in crescita rispetto al 2020. Il 95,3% di queste sono microimprese con meno di dieci addetti, leggermente al di sopra della media nazionale. I settori principali includono il commercio e gli studi professionali, che costituiscono il 50% delle attività locali. La distribuzione commerciale, i servizi di trasporto, noleggio e le attività professionali assorbono il 55% del totale degli addetti.
In termini di distribuzione geografica, il 40% delle imprese operano nelle aree di Municipio-Porto-Mercato, Arenaccia-Poggioreale-Centro Direzionale, Chiaia-Mergellina e Fuorigrotta-Agnano. Vomero-Arenella si distingue per la maggiore percentuale di imprese con fatturato superiore a 500 mila euro, mentre Chiaia è leader per il numero di startup innovative e PMI innovative.
Secondo la stima SVIMEZ, il PIL di Napoli si aggira intorno ai 28,4 miliardi di euro (prezzi correnti al 2021). Il settore dei servizi rappresenta l'87,3% del PIL, seguito dall’industria (12,3%) e dall’agricoltura (0,4%). Il PIL del comune di Napoli costituisce il 25% di quello della regione Campania e il 7% del PIL del Mezzogiorno.
Nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni, Napoli continua a confrontarsi con sfide significative nel mercato del lavoro, in particolare riguardo alla bassa partecipazione femminile e all'eterogeneità tra le diverse municipalità. È essenziale implementare politiche che promuovano l'occupazione femminile e favoriscano una distribuzione più equa delle opportunità lavorative sul territorio.