Sono trascorse oltre dodici ore dall'inizio del vasto incendio che, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 19 giugno, ha avvolto la collina dei Camaldoli a Napoli. Sebbene le fiamme principali siano state in gran parte domate, alcuni focolai persistono, e il fumo, seppur ridotto, è ancora visibile in molti quartieri della città. I vigili del fuoco del Comando Provinciale di Napoli sono ancora all'opera per estinguere completamente l'incendio. Anche questa mattina, come già ieri, il canadair è tornato in azione, solcando i cieli sopra la città. Fortunatamente, le fiamme sono rimaste lontane dalle abitazioni, e non è stato necessario effettuare sgomberi.
Il grosso incendio sulla collina dei Camaldoli ha richiesto un intervento massiccio dei vigili del fuoco, supportati da mezzi aerei come il canadair e l'elicottero dei pompieri. Il canadair, partito dalla base aerea di Roma, si è unito agli sforzi dei mezzi in dotazione in Campania, contribuendo significativamente a contenere le fiamme. Nonostante l'impiego di risorse notevoli, il terreno impervio e la folta vegetazione hanno reso le operazioni di spegnimento estremamente difficili.
Dalla tarda serata di ieri, le suore dell'eremo sono state evacuate per precauzione. Le operazioni hanno coinvolto anche il distaccamento Mostra dei vigili del fuoco, la SMA Campania e il direttore delle operazioni antincendio Gennaro Aliperti, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. La combinazione di sforzi aerei e terrestri è stata cruciale per tenere le fiamme lontane dalle abitazioni di Soccavo e altre zone limitrofe.
La vastità dell'incendio è stata testimoniata dalla pioggia di cenere che ha invaso i balconi di molti napoletani. Quartieri come Fuorigrotta, Vomero, Rione Alto e il centro cittadino, tra cui Materdei, sono stati particolarmente colpiti. La cenere ha costretto molti residenti a chiudere finestre e rimanere al chiuso per evitare l'aria irrespirabile. La densa colonna di fumo visibile in tutta Napoli ha accentuato il dramma dell'incendio, rendendo evidente la sua portata e i potenziali danni ambientali.
Parallelamente alle operazioni di spegnimento, le autorità stanno indagando sulle cause dell'incendio. Al momento, non si esclude la possibilità che il rogo sia di origine dolosa. Gli investigatori stanno cercando eventuali inneschi per confermare questa ipotesi, e la Procura di Napoli, guidata da Nicola Gratteri, potrebbe aprire un'inchiesta ufficiale. La scoperta di prove che indichino un'azione intenzionale avrebbe implicazioni gravi e potrebbe portare a indagini approfondite per identificare e punire i responsabili.
La popolazione locale, comprensibilmente preoccupata e agitata, ha espresso il proprio allarme sui social media. La presidente della quinta municipalità Vomero-Arenella, Clementina Cozzolino, ha condiviso una comunicazione ufficiale su Facebook, descrivendo la tristezza nel vedere le fiamme lambire il Parco dei Camaldoli, un importante polmone verde della città. Anche Agostino Romano, consigliere della nona municipalità Pianura-Soccavo, ha sottolineato il rischio che le fiamme, spinte dal vento, possano raggiungere altre aree urbane.
Numerosi commenti sui social media hanno lamentato presunti ritardi nell'intervento dei vigili del fuoco, sebbene questi abbiano lavorato incessantemente fin dal primo pomeriggio di ieri per contenere le fiamme. La frustrazione dei residenti è comprensibile, dato che ogni estate la zona dei Camaldoli è esposta al rischio di incendi, spesso attribuiti a piromani e sciacalli.
L'incendio sulla collina dei Camaldoli rappresenta una tragica ricorrenza estiva per Napoli, con gravi conseguenze ambientali e sociali. La rapidità con cui le fiamme si sono propagate, unite alla densa colonna di fumo e alla pioggia di cenere, hanno messo in luce l'urgenza di misure più efficaci per prevenire tali disastri. Le indagini in corso dovranno chiarire le cause e, se confermata l'ipotesi dolosa, portare alla luce i responsabili di questo ennesimo attacco al patrimonio naturale della città.
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