Nel cuore di Napoli, il lungomare si è trasformato in un fiume di luce, animato da migliaia di torce accese in ricordo di Ciro Esposito. È una serata di riflessione e memoria quella del 25 giugno 2024, che segna il decimo anniversario della tragica scomparsa del giovane tifoso, ucciso durante gli scontri che precedettero la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
Il 3 maggio 2014, Ciro Esposito, allora 29enne, partì da Scampia per sostenere il Napoli nella finale di Coppa Italia. Quella che doveva essere una giornata di festa sportiva si trasformò in un incubo. Daniele De Santis, ultras romanista noto come "Gastone", sparò a Ciro durante un agguato ai tifosi partenopei. Ferito gravemente, Ciro lottò tra la vita e la morte per 50 giorni, spirando il 25 giugno 2014 al Policlinico Gemelli di Roma.
L'aggressore, individuato e arrestato, venne condannato a 26 anni di reclusione in primo grado, pena poi ridotta a 16 anni in appello. La vicenda di Ciro Esposito scosse profondamente l'opinione pubblica italiana, mettendo in luce la violenza latente nel mondo delle tifoserie calcistiche.
Da quel tragico evento, ogni anno Napoli rende omaggio a Ciro con una fiaccolata sul lungomare. Quest'anno, la partecipazione è stata particolarmente sentita. Centinaia di persone, tra cui ultras, semplici tifosi e membri della famiglia Esposito, si sono riuniti per accendere torce e fumogeni in segno di rispetto e memoria. Le torce hanno illuminato la notte, creando un'atmosfera di raccoglimento e solidarietà.
La mamma di Ciro, Antonella Leardi, è stata una presenza costante in questi anni, trasformando il dolore in un messaggio di pace e giustizia. L'associazione "Ciro Vive", fondata dalla famiglia, continua a promuovere valori di solidarietà e non violenza, diventando un faro per la comunità napoletana e oltre.
Durante la commemorazione, Antonella Leardi ha ribadito l'importanza del messaggio di non violenza che ha caratterizzato la memoria di suo figlio. "Non si faccia violenza nel nome di Ciro. Invitiamo a mantenere la calma, non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per lui", ha dichiarato, ricordando l'appello lanciato subito dopo la morte di Ciro.
Il sacrificio di Ciro viene ricordato non solo per la tragedia che lo ha colpito, ma anche per il coraggio dimostrato nel tentativo di salvare altre vite durante l'agguato. "Quel maledetto 3 maggio è intervenuto in via Tor di Quinto a Roma per salvare i passeggeri del pullman delle famiglie dei tifosi del Napoli calcio. Il nostro Ciro ha sentito le urla di paura dei bambini che insieme alle loro famiglie volevano vedere una partita di calcio. Ora è morto per salvare gli altri. Noi chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte", ha ribadito la famiglia Esposito.
Anche le curve dello stadio Maradona non hanno dimenticato il ragazzo di Scampia. All'esterno dello stadio, uno striscione ricorda il giovane tifoso con le parole: "2014-2024: l'odio non muore. Ciro Vive". Un messaggio potente che ribadisce come la memoria di Ciro sia ancora viva nei cuori dei tifosi napoletani e di tutti coloro che si oppongono alla violenza negli stadi.
La fiaccolata sul lungomare di Napoli è un simbolo di come una comunità possa unirsi nel ricordo e nella pace. La storia di Ciro Esposito è un doloroso promemoria della necessità di combattere la violenza con la forza della solidarietà e della giustizia. A dieci anni dalla sua morte, Ciro vive ancora, non solo nel ricordo dei suoi cari e dei tifosi del Napoli, ma in ogni gesto che promuove la pace e la non violenza.
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