Nel recente decreto penale emesso dal Tribunale di Napoli, un'automobilista è stata condannata a sei mesi di reclusione per il reato di insolvenza fraudolenta e continuata, artt. 641 e 81 c.p. La condanna è stata accompagnata dall'ordine di risarcimento del danno, rimborso dei pedaggi e pagamento delle spese legali. La querela è stata presentata dalla società Tangenziale di Napoli S.p.A. dopo che la donna è stata sorpresa a transitare per ben 872 volte sulla Tangenziale senza mai pagare il pedaggio.
Foto di repertorio |
La donna, secondo quanto riportato dalla Tangenziale di Napoli, utilizzava la pista Telepass e/o Viacard senza possedere gli strumenti elettronici per il pagamento. Si accodava agli altri veicoli muniti di dispositivo di pagamento regolare, eludendo così il pagamento del pedaggio. Questa pratica è stata resa possibile grazie al sistema di videosorveglianza attivo su tutte le piste 24 ore al giorno.
Il G.I.P. del Tribunale di Napoli ha emesso il decreto penale di condanna senza contradditorio e senza processo, sulla base della querela presentata dalla società gestore dell'infrastruttura autostradale. La decisione è stata presa considerando la gravità del reato e il numero considerevole di trasgressioni commesse dall'automobilista.
Il caso solleva diverse questioni, tra cui l'efficacia dei sistemi di controllo e videosorveglianza sulle autostrade e la necessità di un maggiore controllo sull'uso corretto delle piste Telepass e Viacard. Inoltre, l'episodio evidenzia l'importanza del rispetto delle norme di pagamento del pedaggio e delle conseguenze legali per coloro che le violano.
La condanna dell'automobilista a sei mesi di reclusione sottolinea l'importanza della responsabilità individuale nel rispetto delle leggi e delle regole del codice della strada. Nonostante la pratica possa sembrare inoffensiva o banale, essa comporta gravi conseguenze sia per la sicurezza stradale che per l'integrità del sistema autostradale nel suo complesso.
La sentenza del Tribunale di Napoli rappresenta un monito per tutti gli automobilisti, evidenziando che le azioni illegali sulla strada non restano impunite e che le società gestori delle infrastrutture sono pronte a difendere i propri interessi con ogni mezzo legale a disposizione.
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