Nel cuore di Secondigliano, l'attuale via Dante svela la sua storia intrecciata tra le antiche strade di via Ficucella e via Fosso del Lupo. Una reminiscenza dei tempi passati che conferisce a questa arteria stradale un'aura di autenticità.
Il tratto tra corso Secondigliano e l'incrocio con corso Italia era una volta conosciuto come via Ficucella. Un nome che echeggia nelle pagine della storia locale, menzionato anche in un documento risalente alla fine dell'800 durante la visita del cardinale Sanfelice a Secondigliano. Un percorso che, nel corso degli anni, ha preservato la sua identità, ora abbracciato da via Dante.
Segue poi via Fosso del Lupo, testimone di significativi luoghi come la Casa Madre dei Missionari dei Sacri Cuori e uno degli ingressi del mercato rionale. Il tratto corrispondente alla scuola Parini conserva il ricordo di questa antica via.
Un'interessante piega nella trama urbana è rappresentata da vico Parroco Vecchio, che si dipana da via Dante. Questo vicolo prende il nome dal parroco don Michelangelo Vitagliano, la cui residenza si trovava proprio lì. Dopo la sua morte nel 1858, il vicolo assunse questa denominazione, prima di far parte di via Fosso del Lupo.
Don Michelangelo Vitagliano, vissuto tra il 1774 e il 1858, fu il parroco dei Santi Cosma e Damiano per un decennio. La sua figura si intreccia con quella di padre Gaetano Errico, il quale lo considerò suo maestro di vita. La dedizione di don Vitagliano emerge anche nelle note dell'epoca, dove ricorda la fervente attività di don Gaetano nel compiere confessioni casa per casa, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche.
Oggi via Dante parte dall'incrocio con il corso Secondigliano fino a quello con via Gaetano Errico, per poi dare inizio a via Arco. Può essere considerata come un autentico fulcro della vita commerciale secondiglianese, vista anche la presenza dell'ingresso del mercatino rionale.