Foto tratta da Secondillyanum |
Il parco San Gaetano Errico è senza ombra di dubbio uno dei luoghi più trattati in questa pagina, e di conseguenza anche nel blog. Inaugurata nel 2009 dall'allora sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, l'area potrebbe essere un grande punto di aggregazione per grandi e piccini. Purtroppo, come tutti sanno, non è così. Il degrado supera ogni altra cosa da diversi anni e la situazione non sembra mai rimettersi a posto. Ma in questo articolo non ho intenzione di parlare di questo.
Stavolta si parla della sua storia. Di ciò che c'era prima di lui. Un tempo, prima del parco, c'era una vasta zona verde nota con il nome di Terra di Chiarina. Essa si estendeva dagli attuali istituti Sauro-Errico-Pascoli e Tito Lucrezio Caro ed oltrepassava il parco stesso, occupando un'area molto ampia. Era intitolata così in omaggio all'anziana proprietaria del terreno.
La zona che oggi corrisponde alle case adiacenti all'ingresso della zona del corso Italia era caratterizzata da un bosco di noci, che nella fine degli anni Sessanta fu abbattuto per la costruzione dell'attuale complesso residenziale. Per il resto, c'era un enorme orto con vigne, che a partire dal 1980 fu utilizzato per realizzare una serie di alloggi temporanei, nei quali venivano ospitati coloro che erano stati colpiti dal terremoto che aveva dilaniato l'intera Campania.
Fu così che nacquero i cosiddetti Bipiani. Erano dei prefabbricati di colore azzurro, dall'aspetto ben poco accattivante. In ognuno di questi casermoni erano ammassate quattro famiglie per un totale di almeno 20 persone. Come se non bastasse, tutti gli edifici erano fatti in amianto, materiale altamente nocivo per la salute di chi ne è nei pressi.
Oggi il parco San Gaetano è sempre lì, con le due aperture di viale delle Galassie (rione Kennedy) e via Ernesto Pascal (corso Italia). Le buche sono dovunque, le tre fontane sono state ricostruite e poi vandalizzate, il laghetto è prosciugato, i campetti sono sempre rovinati, l'erba viene curata sempre in maniera approssimativa, l'orto didattico è caratterizzato da un'erba più alta di quella del bosco di Capodimonte. Ma il parco è sempre lì, chissà per quanto tempo.
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