Secondigliano torna al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine per l’ennesima attività commerciale operante al di fuori dei limiti imposti dalla legge. Questa volta i riflettori si accendono su un centro estetico improvvisato, specializzato nella ricostruzione unghie, attivo in un locale privo di qualsiasi tipo di autorizzazione amministrativa, sanitaria ed edilizia. Il controllo è scattato nei giorni scorsi, a seguito di una segnalazione trasmessa all’Assessorato alla Legalità del Comune di Napoli e poi inoltrata alla Polizia Municipale, in particolare all’Unità Operativa di Secondigliano. Gli agenti si sono recati in via II traversa Ippolito per effettuare un sopralluogo presso il locale indicato nella segnalazione, trovando conferma di quanto riportato. La struttura, di circa 80 metri quadrati, era di fatto un centro di onicotecnica allestito senza alcun titolo abilitativo, dove era in corso un trattamento estetico sulle unghie da parte di una donna che, alla vista degli agenti, ha mostrato un attestato di qualifica professionale in regola, ma è risultata sprovvista della SCIA – la Segnalazione Certificata di Inizio Attività – e della necessaria certificazione sanitaria prevista per le attività estetiche.
L’intervento si è fatto più complesso nel momento in cui gli agenti hanno chiesto di visionare la documentazione relativa alla disponibilità del locale, chiedendo alla donna un contratto di fitto regolarmente registrato o altra documentazione utile a chiarire la posizione urbanistica e amministrativa dell’immobile. La donna ha allora contattato il presunto proprietario del locale, che si è recato poco dopo sul posto e ha dichiarato di non essere in possesso di alcun titolo edilizio, né di conoscere l’attuale destinazione d’uso dell’immobile in questione. Una dichiarazione che ha reso ancora più evidente l’irregolarità dell’intera situazione. Il locale in cui si svolgeva l’attività abusiva, peraltro recentemente ristrutturato, è risultato completamente privo di qualsiasi autorizzazione edilizia e urbanistica. Gli agenti hanno quindi proceduto con il sequestro preventivo dell’intero immobile, apponendo i sigilli a tutela dell’interesse pubblico e per impedire la prosecuzione dell’attività in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza igienico-sanitaria e normativa. Gli atti sono stati trasmessi all’Autorità Giudiziaria, che dovrà ora valutare la posizione della donna che operava nel centro e del proprietario del locale, oltre a verificare eventuali ulteriori violazioni in materia edilizia, fiscale e sanitaria.
Questo episodio riporta al centro dell’attenzione una delle problematiche più frequenti in molte aree periferiche della città di Napoli e, in particolare, in quartieri come Secondigliano: l’apertura e la gestione di attività commerciali, spesso nel settore estetico, senza il rispetto delle più basilari normative igieniche, fiscali e amministrative. In molti casi si tratta di locali ristrutturati alla meno peggio, privi di controlli sanitari, e utilizzati come punti di riferimento per servizi offerti a prezzi inferiori a quelli di mercato, attirando una clientela ignara delle possibili conseguenze anche in termini di salute pubblica. L’intervento degli agenti dell’Unità Operativa Secondigliano rientra dunque in un più ampio quadro di controlli finalizzati al contrasto dell’abusivismo commerciale, che nelle zone a nord di Napoli rappresenta una sfida quotidiana. In questo contesto, la collaborazione tra l’Assessorato alla Legalità e la Polizia Municipale ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia, permettendo di intervenire tempestivamente su una situazione che, se non segnalata, sarebbe potuta continuare nell’indifferenza generale.
Restano ora da chiarire diversi aspetti: dalla posizione fiscale dell’estetista all’eventuale presenza di altre operatrici nel centro, fino alla possibilità che si trattasse di un’attività più ampia condotta con una parvenza di regolarità solo grazie alla presenza di un attestato professionale non sufficiente, però, a legittimare l’attività in assenza delle autorizzazioni obbligatorie. Al momento, l’unica certezza è il sequestro del locale, avvenuto a norma di legge, e l’avvio dell’iter giudiziario per i soggetti coinvolti. L’episodio conferma l’urgenza di controlli sistematici sul territorio e di una maggiore attenzione alla legalità da parte di tutti coloro che intendono operare nel settore dei servizi alla persona, in particolare quelli legati all’estetica, dove il contatto diretto con la clientela impone elevati standard di igiene, sicurezza e trasparenza.