Si è svolta questa mattina, al Cimitero Nuovo di Miano, la cerimonia funebre per Nicola Mirti, il diciottenne ucciso domenica scorsa presso il lido “Palma Rey” di Varcaturo. La funzione, celebrata in forma privata, è avvenuta in un clima di discrezione, come previsto dal provvedimento della Questura di Napoli che ha disposto il divieto di funerali pubblici per motivi di ordine pubblico. Una decisione che ha suscitato disappunto tra amici e familiari, che avevano auspicato un commiato più aperto e partecipato.
Alla cerimonia erano presenti i parenti più stretti e un gruppo di amici del giovane. Al termine della funzione si è assistito al lancio di palloncini e sono stati fatti ascoltare alcuni brani musicali. Il clima era raccolto, segnato dalla presenza di chi ha condiviso momenti di vita con il ragazzo e che oggi si è trovato a salutarlo in un contesto ristretto.
Secondo quanto riferito da tre ragazze presenti al momento dell’aggressione, il fatto sarebbe avvenuto in pochi minuti, mentre si trovavano nei pressi dei servizi del lido. Una delle tre, M., racconta che erano in bagno quando una loro amica le ha raggiunte dicendo che era in corso una lite. Tornate nella zona del ristorante, avrebbero trovato Nicola sdraiato su un divano, in condizioni gravi ma ancora vivo.
K., anche lei presente, afferma di essere svenuta nel vedere la scena, mentre S. sottolinea il ritardo nei soccorsi, che sarebbero arrivati dopo oltre mezz’ora. Secondo il racconto delle testimoni, i gestori del lido avrebbero trattenuto l’aggressore fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Il responsabile, Salvatore Sannino, diciannove anni, si trova attualmente in custodia cautelare con l’accusa di omicidio. È reo confesso. Le testimonianze delle amiche riportano che il giovane si sarebbe fatto arrestare senza opporre resistenza. M. aggiunge che, a suo parere, non mostrava particolari segni di pentimento e che “voleva uccidere”, parole che riflettono lo stato d’animo di chi ha vissuto direttamente l’episodio e che ora chiede giustizia per quanto accaduto.
L’intera vicenda ha avuto un forte impatto nel quartiere e nelle zone limitrofe. La dinamica dell’omicidio, maturata in un contesto apparentemente normale, come una giornata al mare tra ragazzi, continua a sollevare interrogativi. Si discute ancora sulla possibilità che un intervento più tempestivo dei soccorsi avrebbe potuto evitare l’esito fatale, ma al momento queste valutazioni sono oggetto delle indagini in corso.
Il contesto in cui si è verificato l’episodio rimane al centro dell’attenzione. Si tratta di una situazione complessa, che coinvolge dinamiche relazionali tra giovani, l’organizzazione degli spazi pubblici e privati, e il ruolo delle istituzioni. Il funerale, seppur limitato nella partecipazione, ha rappresentato un momento di raccoglimento e ha lasciato emergere il bisogno, da parte di chi era legato a Nicola, di comprendere meglio le ragioni di quanto accaduto e di ottenere risposte istituzionali certe e chiare.
Per il momento, l’unico dato certo è la conferma della misura cautelare per Salvatore Sannino, in attesa di sviluppi giudiziari. La comunità resta in attesa di chiarimenti, mentre amici e familiari continuano a esprimere il loro dolore e il desiderio che quanto accaduto venga affrontato con la necessaria serietà.
Il caso rimane aperto anche sul piano sociale, come uno degli episodi che spingono a riflettere sullo stato delle relazioni giovanili e sulla gestione di luoghi pubblici e privati frequentati dai più giovani. Al momento non sono previsti eventi pubblici di commemorazione, ma non è escluso che, nei prossimi giorni, possano emergere iniziative spontanee da parte del quartiere o di gruppi vicini alla famiglia.