Secondigliano, ancora una volta, è teatro di episodi che accendono i riflettori sulla gestione della sicurezza pubblica, soprattutto nei momenti di grande aggregazione popolare come i festeggiamenti per lo scudetto del Napoli. Quella che doveva essere una serata di festa, tra cori, bandiere azzurre e manifestazioni di gioia, si è trasformata in un incubo per decine di residenti e frequentatori del quartiere. Due giovani, parte di un gruppo composto da sette-otto coetanei in sella ad almeno quattro scooter di grossa cilindrata, hanno seminato il panico l’altra notte per le strade di Secondigliano. I ragazzi, con i volti parzialmente coperti da cappellini e sciarpe del Napoli, hanno agito con una sfrontatezza tale da scatenare un intervento immediato della polizia, conclusosi con un inseguimento rocambolesco degno delle scene più adrenaliniche dei film d’azione.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i due fermati, entrambi residenti a Casoria, hanno attirato l’attenzione delle pattuglie in borghese del commissariato di Secondigliano, guidato dal vice questore aggiunto Tommaso Pintauro. I poliziotti, presenti in zona proprio per garantire la sicurezza e prevenire eventuali episodi di criminalità durante i festeggiamenti, si sono abilmente mimetizzati tra la folla. È stato proprio grazie a questa strategia che si è riusciti a documentare l’azione pericolosa dei due giovani: uno di loro ha esploso colpi in aria con una pistola a salve, provocando il panico tra la gente, mentre l’altro si è dato alla fuga insieme al complice.
Il gesto non solo ha creato confusione e allarme sociale, ma ha anche rischiato di causare conseguenze ben più gravi. Infatti, è emerso che almeno una persona sarebbe rimasta lievemente ferita da uno dei colpi esplosi. Il ferito, presumibilmente colpito di striscio o spaventato dal trambusto, si sarebbe recato all’ospedale Cardarelli, salvo poi abbandonare frettolosamente il pronto soccorso senza sporgere denuncia né fornire indicazioni utili agli inquirenti. Una fuga che rende difficile il lavoro degli investigatori ma che conferma quanto la situazione fosse fuori controllo.
L’inseguimento dei due sospettati si è sviluppato per le strade del quartiere in modo frenetico e ad alta velocità. I giovani, nel tentativo di far perdere le loro tracce, hanno provato anche a disfarsi dell’arma gettandola lontano. Un gesto che però non è passato inosservato agli agenti, i quali sono riusciti a recuperare la pistola-giocattolo e a identificare i due autori della bravata. Uno di loro, secondo fonti investigative, sarebbe legato ad ambienti della criminalità locale, mentre l’altro risulterebbe incensurato. Entrambi sono stati denunciati a piede libero con l’accusa di possesso in concorso di un’arma-replica e resistenza a pubblico ufficiale, non essendosi fermati all’alt imposto dalle forze dell’ordine.
L’episodio, che ha avuto una vasta eco nel quartiere, non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in una scia di interventi portati avanti dal commissariato di Secondigliano negli ultimi mesi, mirati a rafforzare la presenza dello Stato sul territorio e a contrastare fenomeni di illegalità diffusa. In particolare, l’azione delle forze dell’ordine ha spesso portato alla denuncia e al fermo di persone armate, al sequestro di sostanze stupefacenti e alla prevenzione di rapine e furti. Questo ultimo intervento, sebbene legato a una circostanza festosa, ha mostrato come la soglia tra la celebrazione e la violenza possa essere superata con estrema facilità, specie quando si è in presenza di soggetti pronti a sfruttare il caos per compiere atti irresponsabili e pericolosi.
Il bilancio complessivo dell’operazione può definirsi positivo, almeno sul fronte della tempestività e dell’efficacia della risposta delle forze dell’ordine. Ma quanto accaduto richiama ancora una volta l’attenzione sulla necessità di un controllo più strutturato e continuo del territorio, in particolare nelle notti di festa dove il rischio che qualcuno voglia “fare il colpo di teatro” è sempre dietro l’angolo. Episodi come questo devono essere narrati non per alimentare la paura, ma per stimolare una riflessione seria sul bisogno di una maggiore cultura della legalità tra i giovani del nostro territorio. È fondamentale lavorare a monte, nelle scuole, nei centri sociali, nelle famiglie, affinché il rispetto delle regole diventi parte integrante della crescita e non un’imposizione da eludere nei momenti di euforia collettiva.