Maxi-operazione delle forze dell’ordine all’alba di oggi, 17 dicembre: la Direzione Investigativa Antimafia (DIA), su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha dato esecuzione a 53 misure cautelari nei confronti di presunti affiliati al clan Amato-Pagano. Gli arresti, condotti in un’operazione di vastissima portata, si sono svolti nei comuni di Melito di Napoli, Mugnano di Napoli e in alcune zone dei quartieri napoletani di Secondigliano e Scampia. Si tratta di un duro colpo inflitto a un’organizzazione criminale storicamente tra le più radicate e pericolose nel panorama della camorra napoletana.
Secondo quanto emerso dalle indagini, tutte le persone coinvolte sono indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione illegale di armi e altre attività criminali riconducibili alle dinamiche interne ed esterne del clan Amato-Pagano. Le misure cautelari rappresentano l’epilogo di un’indagine approfondita e sistematica, avviata e coordinata dal Centro Operativo della DIA di Napoli, che ha operato sotto la direzione e supervisione della DDA partenopea.
L’operazione di oggi è particolarmente rilevante poiché va a colpire uno dei clan storici della camorra, conosciuto anche come il clan degli “scissionisti”. L’organizzazione criminale è nata all’inizio degli anni Duemila, a seguito della sanguinosa scissione dal clan Di Lauro, all’epoca egemone sul territorio di Secondigliano. La rottura, passata tristemente alla cronaca come la "faida di Scampia", ha segnato un momento cruciale nella storia della criminalità organizzata napoletana, con una guerra senza esclusione di colpi che causò decine di morti e seminò terrore nella popolazione.
Oggi, dopo anni di indagini e continui interventi repressivi da parte delle forze dell’ordine, il clan Amato-Pagano continua a rappresentare una realtà criminale radicata e strutturata, con interessi economici e illegali che spaziano dalle estorsioni al traffico di stupefacenti, passando per il controllo capillare di attività commerciali sul territorio. Gli investigatori hanno posto particolare attenzione nel ricostruire i rapporti interni al clan, individuando i presunti vertici dell’organizzazione e analizzando le dinamiche operative con cui i presunti affiliati mantengono il controllo delle zone di influenza.
L’operazione condotta oggi evidenzia l’efficacia delle attività investigative messe in campo dalla DIA e dalla DDA, che hanno saputo sfruttare strumenti tecnologici avanzati e metodi investigativi di ultima generazione per documentare e provare le condotte criminali attribuite ai soggetti coinvolti. L’uso delle intercettazioni, dei pedinamenti e dell’analisi dei flussi finanziari ha permesso di delineare un quadro completo delle attività del clan e delle responsabilità dei presunti affiliati.
Le misure cautelari, che si collocano in un contesto di piena emergenza criminale per le zone interessate, rappresentano un segnale forte da parte dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Melito di Napoli, Mugnano, Scampia e Secondigliano restano, infatti, territori particolarmente delicati, dove la presenza dei clan ha storicamente influito sulla vita sociale, economica e civile. Il controllo delle piazze di spaccio, la gestione delle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti e la violenza sistematica nei confronti di chi prova a sottrarsi al giogo mafioso sono solo alcune delle attività con cui il clan Amato-Pagano esercita il proprio potere.
Un altro aspetto significativo dell’operazione riguarda il ruolo degli esponenti di vertice del clan, che secondo gli inquirenti avrebbero continuato a impartire ordini e a coordinare le attività illecite, garantendo la solidità dell’organizzazione. Il provvedimento cautelare di oggi non è solo il frutto di una risposta repressiva, ma rappresenta anche un’importante azione preventiva che mira a indebolire la struttura criminale e a impedire la prosecuzione delle attività illegali.
Le conseguenze di un’operazione così ampia e incisiva potrebbero avere effetti immediati sulle dinamiche della camorra nei territori coinvolti, aprendo scenari di riorganizzazione interna dei clan. Storicamente, infatti, operazioni di questo tipo portano a un temporaneo vuoto di potere che può scatenare nuovi equilibri criminali o lotte intestine tra gruppi emergenti e vecchie leadership. Tuttavia, l’obiettivo dichiarato delle forze dell’ordine e della magistratura resta quello di indebolire in maniera definitiva la capacità di controllo dei clan sul territorio e di restituire sicurezza e legalità ai cittadini.
Le indagini proseguiranno per accertare ulteriori responsabilità e per individuare eventuali nuovi elementi che possano emergere a seguito dell’operazione. La lotta alla camorra, del resto, richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le istituzioni coinvolte: solo attraverso interventi capillari, indagini approfondite e il coraggio di chi denuncia sarà possibile sradicare definitivamente la presenza della criminalità organizzata dai territori più colpiti.
L’operazione di oggi dimostra, ancora una volta, la determinazione dello Stato nel contrastare le organizzazioni mafiose e nel proteggere i cittadini. La collaborazione tra le forze dell’ordine, la magistratura e la società civile resta l’arma più efficace per combattere la camorra e per costruire un futuro di legalità, giustizia e sviluppo nei territori più difficili. L’impegno proseguirà senza sosta, con l’obiettivo di colpire ogni forma di illegalità e di garantire la sicurezza delle comunità locali.
Le prossime ore saranno decisive per comprendere gli sviluppi dell’operazione e per conoscere ulteriori dettagli relativi alle indagini e alle accuse mosse nei confronti dei soggetti coinvolti. La speranza è che interventi come quello odierno possano rappresentare un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata e contribuire concretamente alla rinascita delle aree maggiormente segnate dalla presenza dei clan.