Secondigliano. Basta pronunciare questo nome per evocare immagini contrastanti, pregiudizi radicati e una narrativa spesso univoca che oscilla tra il degrado e la cronaca nera. Ma per chi sa guardare oltre la superficie, Secondigliano è un universo vibrante di storia, cultura e umanità. A ricordarcelo dalle colonne di Napolitoday è Gianni Simioli, volto noto della Napoli culturale, che descrive questo quartiere come il suo "paradiso", un luogo dell'anima dove ritrovare radici, odori, e una Napoli autentica.
Nel cuore della sua ultima opera, Letture Scugnizze, Simioli mette insieme le tessere di un mosaico fatto di parole e storie che raccontano la città in tutte le sue sfaccettature. Questa antologia, realizzata con la collaborazione del giovane cantautore Gabriele Esposito, celebra Napoli come uno spazio complesso, in bilico tra paradiso e inferno, luce e ombra. Tra i ventisei autori coinvolti, nomi celebri come Eduardo De Filippo, Totò, Erri De Luca e Mario Merola dialogano idealmente con un tessuto urbano che vive di contraddizioni e vitalità.
Secondigliano, però, emerge come un microcosmo simbolico. Questo quartiere, troppo spesso relegato ai margini della narrazione ufficiale, è per Simioli il rifugio emotivo e culturale. Qui si respira l’essenza di una Napoli che, pur attraversando ferite e difficoltà, non perde mai la sua capacità di rigenerarsi. "Mi sento bene quando torno a Secondigliano," racconta Simioli. "Gli odori, le strade, tutto mi parla di una casa che non si dimentica mai."
Ma cosa significa realmente Secondigliano per chi lo vive o per chi, come Simioli, lo porta nel cuore? È un quartiere che sfida le etichette. Da un lato, la sua storia è intrecciata con episodi difficili e con una reputazione costruita più dai media che dalle esperienze dirette. Dall'altro, rappresenta un serbatoio inesauribile di cultura popolare, con tradizioni che resistono al tempo e alle trasformazioni.
Questa visione trova eco anche nell’organizzazione della presentazione di Letture Scugnizze, che avverrà il 30 novembre in una cornice altrettanto simbolica: Port'Alba, storico epicentro della cultura libraria napoletana. Qui, tra libri e racconti, la Napoli di Simioli si apre al pubblico con un evento che promette di essere non solo un omaggio alla letteratura, ma anche un’occasione per riflettere sulla città e sul suo futuro.
Il progetto non si limita alla celebrazione di Napoli come musa ispiratrice. Letture Scugnizze vuole essere anche un monito per le nuove generazioni, per quei giovani spesso definiti "scugnizzi" in senso dispregiativo. "I ragazzi devono posare le armi, devono capire che la vita è sacra," sottolinea Simioli. Le sue parole si rivolgono a una generazione che troppo spesso confonde il virtuale con il reale, lasciandosi trascinare da una spirale di violenza e alienazione.
In questo contesto, la scelta di collaborare con Gabriele Esposito assume un significato profondo. Esposito, giovane e talentuoso cantautore, rappresenta una Napoli che sa reinventarsi senza perdere il contatto con le sue radici. "Ammiro la sua sensibilità e la sua voglia di sapere," dice Simioli, che lo ha scelto anche come uno dei protagonisti del Capodanno napoletano in Piazza del Plebiscito.
E così, attraverso il racconto di Secondigliano e della sua Napoli, Gianni Simioli ci invita a guardare oltre, a sfidare i pregiudizi e a riscoprire una città che, come lui stesso sottolinea, "resta sempre innocente." Innocente nonostante le ferite inflitte da chi l’ha sfruttata e deturpata, innocente perché capace di rigenerarsi, proprio come le storie racchiuse in Letture Scugnizze.
In fondo, forse è proprio questa la lezione più grande che Secondigliano, e Napoli tutta, ci offre: la possibilità di trasformare il caos in arte, la sofferenza in poesia, e le radici in ali per volare. Gianni Simioli, con il suo lavoro e la sua passione, ci mostra che il paradiso esiste, e che a volte basta solo saperlo vedere, nascosto tra le pieghe di una città inedita.
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