In Piazza Municipio, Napoli si accende di luci e polemiche con l'installazione dell'opera "Tu sì 'na cosa grande" di Gaetano Pesce, un'installazione che ha già diviso l'opinione pubblica. L’opera, costata 180mila euro, è una scultura monumentale di un Pulcinella stilizzato, alta ben 11 metri, accompagnata da due cuori trafitti da una freccia dorata. Nonostante l’entusiasmo delle istituzioni, la popolazione napoletana ha accolto l’installazione con una buona dose di ironia, in particolare sui social, dove si è rapidamente diffusa la percezione che l’opera richiami una forma fallica.
La città di Napoli non è nuova alle polemiche artistiche, ma questa volta il dibattito è esploso con una forza insolita, portando addirittura il sindaco Gaetano Manfredi ad ammettere che la sua prima reazione alla visione dell’opera è stata identica a quella della maggior parte dei suoi concittadini. Durante l'inaugurazione, decine di persone si sono radunate per assistere alla presentazione di questo controverso tributo a Pulcinella, che resterà in mostra fino al 19 dicembre. L’assenza del governatore Vincenzo De Luca, prevista inizialmente, ha sollevato dubbi tra i presenti, che hanno ipotizzato una scelta strategica per evitare di essere associato a una polemica potenzialmente dannosa in vista delle prossime elezioni.
Il costo dell’opera, finanziata in gran parte dalla Regione Campania, è stato uno dei punti più discussi. Molti cittadini hanno criticato l’utilizzo di fondi pubblici per un’installazione che non tutti considerano arte degna di nota. Il sindaco ha però ribadito che i fondi erano destinati all'arte contemporanea e che l’investimento in cultura è fondamentale per il rilancio della città. Napoli, infatti, si conferma come una delle poche città italiane a investire concretamente in arte contemporanea, offrendo esposizioni gratuite a tutta la cittadinanza.
La scultura, firmata dal celebre scultore e designer Gaetano Pesce, scomparso ad aprile 2024, è stata descritta dai curatori come un tributo alla figura di Pulcinella e al rapporto tra maschile e femminile. Pesce, noto per le sue opere che spesso fondono scultura e design, ha voluto rappresentare l’ambiguità e la molteplicità di identità attraverso l’iconica maschera napoletana. Tuttavia, il messaggio profondo dell'opera sembra essere stato oscurato dalla forma stessa della struttura, che ha evocato nella mente dei napoletani immagini ben diverse. Vincenzo Trione, delegato all'arte contemporanea del Comune di Napoli, e la curatrice Silvana Annichiarico, hanno difeso l'opera con convinzione, sottolineando che il vero valore dell'arte sta nel far discutere, e che la reazione del pubblico napoletano dimostra quanto l’opera sia riuscita nel suo intento.
L’ironia partenopea non ha tardato a manifestarsi. Sui social, l’opera è diventata virale, con meme e battute che si rincorrono da Facebook a TikTok. Il conduttore radiofonico Gianni Simioli ha contribuito a diffondere l’ironia, postando un’immagine dell’opera finita e raccogliendo centinaia di commenti sarcastici. Anche l’ex sindaco Luigi de Magistris non ha risparmiato critiche, paragonando ironicamente il passaggio dalla “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto a Pesce come una chiara dimostrazione della crescita della città. Alcuni utenti l’hanno paragonata al totem del film “Arrapaho” degli Squallor, mentre altri hanno rievocato l'iconico vigile luminoso del negozio “Concetta Mobili” nel Casertano, diventato anch'esso oggetto di culto trash.
Non tutti, però, hanno preso l'installazione con lo stesso spirito. La consigliera regionale Maria Muscarà ha criticato duramente l’opera, affermando che inizialmente l’aveva scambiata per un Pierrot, per poi scoprire che doveva rappresentare Pulcinella. Per la consigliera, l’unica giustificazione possibile per un’opera del genere potrebbe essere il suo valore scaramantico, ironizzando che una colonna sonora degli Squallor avrebbe reso giustizia all’inaugurazione. Muscarà ha anche criticato la gestione degli eventi culturali, evidenziando la mancanza di una vera guida culturale nel Comune di Napoli, con l’intera gestione affidata a Vincenzo Trione.
Gaetano Pesce, nato a La Spezia e trasferitosi a New York, ha avuto una carriera di successo internazionale come scultore e designer, con opere esposte nei musei più prestigiosi al mondo, tra cui il MoMA e il Centre Pompidou. Il suo legame con Napoli era profondo, e la sua ultima opera, “Tu sì 'na cosa grande”, rappresenta un tributo sentito alla città e alla sua cultura. L’attenzione di Pesce per il corpo e la femminilità, unita all’uso di materiali contemporanei, si riflette chiaramente nella scultura, che si inserisce in un percorso artistico iniziato negli anni ’60 con il movimento del design radicale.
Nonostante le polemiche, “Tu sì 'na cosa grande” rappresenta un’opportunità per la città di Napoli di continuare a investire e discutere di arte contemporanea. La mostra gratuita resterà aperta fino a dicembre, e si prevede che la discussione attorno all’opera continuerà ad animare il dibattito pubblico. Che lo si consideri un capolavoro o un errore, l’opera di Pesce ha sicuramente colpito nel segno: ha fatto parlare di sé, come ogni grande opera d’arte dovrebbe fare.
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