Nel primo pomeriggio di ieri, la Polizia di Stato ha portato a termine una complessa operazione che ha portato all'arresto di un cittadino svizzero di 38 anni, su cui pendeva un mandato d’arresto europeo. L'uomo, accusato di numerosi crimini tra cui tentato omicidio, lesioni personali volontarie aggravate, furto, ingiuria, danneggiamento, violazione di domicilio e violenza o minaccia a pubblico ufficiale, era riuscito a sfuggire alla giustizia fuggendo a fine agosto da un istituto di sicurezza. La sua fuga, però, è stata interrotta grazie alla sinergia tra le autorità svizzere e italiane, culminando nel suo arresto a Napoli.
Venerdì scorso, il gruppo FAST (Fugitive Active Search Team) Svizzera ha lanciato un allarme chiedendo collaborazione urgente per la cattura del latitante, definito estremamente pericoloso e ricercato a livello internazionale. Le autorità elvetiche si sono rivolte immediatamente al gruppo FAST Italia, una delle unità operative del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) della Direzione Centrale della polizia criminale, che collabora con le forze di polizia di tutto il mondo per la ricerca e la cattura di criminali internazionali. È stato proprio grazie a queste indagini congiunte che gli agenti della Squadra Mobile di Napoli sono riusciti a rintracciare l’uomo.
Le ricerche si sono concentrate nella zona di Secondigliano, dove l’uomo è stato individuato. Nelle prime fasi dell’operazione, l’individuo ha cercato di eludere la sorveglianza, muovendosi in maniera circospetta tra la periferia e il centro della città. Tuttavia, il cerchio delle indagini si è stretto intorno a lui quando è stato localizzato nei pressi dell’Aeroporto di Capodichino. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, insieme al personale del Commissariato Poggioreale, hanno messo in atto un’operazione mirata per bloccarlo mentre si trovava a bordo di un furgone.
La collaborazione tra FAST Italia e FAST Svizzera è stata decisiva per il successo dell'operazione. In casi come questo, dove la presenza di latitanti pericolosi e ricercati a livello internazionale rappresenta una minaccia non solo per i paesi direttamente coinvolti ma anche per l'intera comunità europea, la cooperazione transfrontaliera diventa fondamentale. Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate di sorveglianza e al lavoro coordinato tra i due paesi, le autorità sono state in grado di prevenire ulteriori fughe e di garantire l’arresto di un criminale che, se non catturato, avrebbe potuto continuare a commettere reati.
Nonostante il tentativo di sfuggire alla cattura, l’uomo non ha opposto resistenza una volta fermato dalle forze dell’ordine. Attualmente, è in attesa di estradizione verso la Svizzera, dove dovrà rispondere delle numerose accuse a suo carico. In particolare, l’accusa di tentato omicidio risulta essere la più grave tra quelle che gli vengono imputate, in quanto le indagini svizzere lo collegano a un episodio di violenza estrema avvenuto pochi mesi prima della sua evasione.
Questo arresto sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità organizzata e alla gestione dei latitanti di alto profilo. I criminali che cercano di sfuggire alla giustizia attraversando i confini nazionali spesso si trovano di fronte a una rete sempre più stretta di controllo e monitoraggio. La velocità con cui le autorità italiane e svizzere hanno agito in questo caso è un esempio lampante di quanto sia fondamentale un’azione tempestiva e coordinata.
Ora che l'uomo è in custodia, l'attenzione si sposta sul processo di estradizione, che sarà gestito dalle autorità competenti. Anche se l'arresto rappresenta un passo importante verso la giustizia, il caso rimane complesso, con numerosi aspetti legali da risolvere prima che l’uomo venga consegnato alla Svizzera per affrontare le accuse nei tribunali. Intanto, la comunità locale può tirare un sospiro di sollievo, sapendo che un criminale pericoloso è stato finalmente assicurato alla giustizia.