Per due giorni, Napoli si è trasformata nella capitale mondiale della mozzarella di bufala, focalizzandosi non solo sugli aspetti gastronomici ma anche su quelli scientifici e tecnici. Nell'ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, l’evento ha riunito circa 30 relatori, con 9 ospiti stranieri provenienti da cinque continenti, e ha presentato 30 progetti di ricerca. L'iniziativa, organizzata dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, dall'Università Federico II e dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha visto la partecipazione dei massimi esperti del settore.
Il congresso, ospitato nell'Aula Magna del Centro Congressi Federiciano di via Partenope, è stato inaugurato da un videomessaggio del Ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e da interventi del rettore dell’Università Federico II, Matteo Lorito, e del presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo. Durante la manifestazione, si sono tenute sei sessioni di lavoro che hanno esplorato le più recenti scoperte scientifiche, le tecniche di produzione e l’importanza economica della mozzarella di bufala campana.
Uno dei principali temi trattati è stato il potenziale nutrizionale del latte di bufala, in particolare riguardo alla prevenzione di alcune forme di tumore dell'intestino. La discussione si è poi allargata agli sviluppi futuri del settore, con un occhio di riguardo verso l'intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, che promettono di rivoluzionare la produzione. La mozzarella di bufala, un tempo limitata a una nicchia locale, è oggi riconosciuta come motore economico del Mezzogiorno e come prodotto di eccellenza a livello globale.
Un altro aspetto rilevante affrontato nel corso del congresso è stato l'impatto delle fake news e dei cibi sintetici sul settore agroalimentare. Gli esperti hanno evidenziato come sia fondamentale combattere la disinformazione, che spesso mina la fiducia dei consumatori nei confronti della qualità dei prodotti di origine animale. È stato ribadito l'impegno del settore nella promozione della sostenibilità e del benessere animale, contrastando allo stesso tempo le crescenti minacce rappresentate da prodotti artificiali e sintetici. La mozzarella di bufala campana Dop si erge come baluardo della tradizione, garantendo una trasparenza assoluta nella filiera produttiva.
I numeri del settore parlano chiaro: la popolazione mondiale di bufale è di circa 200 milioni, concentrate soprattutto in Asia e Sud America, ma in Italia si contano solo 431.000 esemplari. Eppure, l'Italia è riuscita a creare un sistema unico attorno alla produzione del latte di bufala, da cui si ottiene la famosa mozzarella campana Dop. Il settore coinvolge circa 1400 allevamenti, e il Consorzio di Tutela riunisce oltre 150 allevatori e trasformatori, generando un fatturato di circa 1,2 miliardi di euro. Questa filiera rappresenta un unicum nel panorama mondiale, attirando l'attenzione di esperti e investitori da tutto il mondo.
Le sessioni di lavoro si sono concentrate su tre macro-aree: la zootecnia, la tecnica di produzione e l'analisi economica. La zootecnia ha un ruolo centrale nel garantire che la qualità del latte rimanga alta e che il benessere animale sia sempre rispettato. Le tecniche di produzione, invece, sono state oggetto di approfondimento, con particolare attenzione alle innovazioni tecnologiche che mirano a migliorare la qualità e l'efficienza dell'intera filiera. L’intelligenza artificiale e le tecnologie di precisione, già ampiamente utilizzate in altri settori, stanno trovando sempre più spazio anche nell'industria casearia, offrendo nuove opportunità per ottimizzare i processi produttivi.
La discussione si è estesa anche agli aspetti economico-sociali del settore, con un’analisi del mercato locale e globale. La mozzarella di bufala campana Dop non è solo un simbolo di eccellenza gastronomica, ma anche un motore economico che crea valore e occupazione nel Mezzogiorno. La sostenibilità, sia economica che ambientale, è stata al centro delle riflessioni, con un focus sulle sfide legate alla crescente concorrenza dei prodotti sintetici e vegetali. In particolare, il congresso ha ribadito la necessità di proteggere la denominazione di "latte" per i prodotti di origine animale, distinguendoli chiaramente dalle alternative vegetali e sintetiche.
L'evento si è concluso con la ferma volontà di rafforzare la collaborazione internazionale, affinché la mozzarella di bufala campana continui a rappresentare un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Grazie alla sinergia tra istituzioni, imprese e comunità scientifica, il futuro della produzione casearia sembra destinato a proseguire lungo un percorso di crescita e innovazione, mantenendo al centro della propria visione la qualità, la sostenibilità e il rispetto per le tradizioni.
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