Nel pomeriggio di ieri, un violento incendio si è sviluppato nella periferia nord di Napoli, precisamente nei pressi della Circumvallazione Esterna, dietro il carcere di Secondigliano e nei pressi dell’ex campo rom. L’incendio, avvistato attorno alle ore 15, ha coinvolto un cumulo di rifiuti abbandonati, di varia natura, tra cui materiali urbani misti, resti di elettrodomestici e legname. Subito, una colonna di fumo nero si è alzata nel cielo, visibile a chilometri di distanza, destando preoccupazione tra gli abitanti della zona.
I Vigili del Fuoco del comando di Napoli, coordinati dal Comandante Michele Mazzaro, sono intervenuti tempestivamente per spegnere il rogo, riuscendo a portare sotto controllo l'incendio entro le ore 18. Tuttavia, il rischio ambientale rimane elevato a causa della natura dei materiali bruciati, che potrebbero aver rilasciato sostanze altamente tossiche nell’atmosfera, tra cui diossine e furani.
Le squadre dell’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) sono intervenute sul posto già a partire dalle ore 16, su richiesta dei Vigili del Fuoco, per avviare il monitoraggio della qualità dell’aria e determinare i livelli di inquinamento atmosferico. Secondo i primi rilevamenti, il fuoco avrebbe coinvolto principalmente rifiuti solidi urbani, resti di legname e altri materiali di scarto che, bruciando, avrebbero rilasciato sostanze tossiche. Gli esiti degli accertamenti verranno resi noti non appena disponibili, ma le indagini si concentrano soprattutto sulla dispersione di diossine e furani, sostanze pericolose per la salute umana.
Diossine e furani: rischi per la salute
Le diossine e i furani sono composti chimici che si formano durante la combustione incontrollata di materiali contenenti cloro, come la plastica e alcuni tipi di rifiuti industriali. Questi composti sono altamente tossici e possono avere effetti negativi sulla salute umana, in particolare sul sistema immunitario, riproduttivo e sul fegato. Inoltre, sono stati riconosciuti come agenti cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In seguito all’incendio di Secondigliano, l’Arpac ha avviato una serie di campionamenti dell’aria per verificare la presenza di questi pericolosi inquinanti e valutare i possibili rischi per la popolazione residente nei dintorni dell'area interessata. Tali monitoraggi saranno condotti nei prossimi giorni per garantire un quadro completo della situazione e adottare eventuali misure di mitigazione.
Impatto sull’ambiente e sulla comunità locale
L’incendio ha avuto ripercussioni significative anche sul traffico della zona. La Circumvallazione Esterna, una delle arterie principali della periferia nord di Napoli, ha subito forti rallentamenti e blocchi, con numerosi disagi per i pendolari e gli automobilisti che si sono trovati imbottigliati nel traffico. Il fumo denso e acre ha contribuito ad alimentare la preoccupazione dei residenti, alcuni dei quali hanno lamentato problemi respiratori.
L’area di Secondigliano è nota per essere teatro di incendi di rifiuti, spesso dolosi, che rappresentano una piaga per l’ambiente e la salute pubblica. Negli ultimi anni, sono stati numerosi gli episodi di roghi che hanno coinvolto discariche abusive e rifiuti non smaltiti correttamente, contribuendo a inquinare gravemente l’aria e il suolo. La problematica dei roghi tossici è particolarmente sentita nella regione Campania, dove la gestione illecita dei rifiuti rappresenta un grave problema di lunga data, conosciuto a livello nazionale come la "terra dei fuochi".
Le prossime fasi del monitoraggio
I tecnici dell’Arpac proseguiranno le operazioni di campionamento anche nei prossimi giorni, cercando di comprendere l’entità dell’inquinamento e valutare eventuali provvedimenti da adottare. Sarà fondamentale stabilire se la concentrazione di diossine e furani rientri nei limiti di legge o se sia necessario intraprendere misure straordinarie, come la bonifica dell’area o limitazioni temporanee alle attività all’aperto per i residenti. Le autorità locali, intanto, invitano la popolazione a prestare attenzione e a seguire eventuali disposizioni delle autorità sanitarie, soprattutto per quanto riguarda l’inalazione di fumi e particelle inquinanti.
La necessità di una gestione sostenibile dei rifiuti
L’evento di Secondigliano riaccende il dibattito sulla necessità di migliorare la gestione dei rifiuti e di implementare politiche più rigorose contro lo smaltimento illegale. Il fenomeno dei roghi tossici, purtroppo, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto legato all’inadeguatezza del sistema di gestione dei rifiuti in molte aree del Sud Italia. Una maggiore sorveglianza, campagne di sensibilizzazione e l’introduzione di sistemi di smaltimento più efficienti potrebbero contribuire a ridurre il rischio di questi eventi e, soprattutto, a proteggere la salute pubblica e l’ambiente.
In attesa dei risultati definitivi delle indagini e delle analisi condotte dall’Arpac, resta alta l’attenzione sulle conseguenze ambientali e sanitarie di questo incendio, l'ennesimo campanello d’allarme che richiama l’urgenza di interventi strutturali in materia di gestione dei rifiuti e tutela del territorio.
Posta un commento
0Commenti