A Secondigliano c’è un luogo che dovrebbe rappresentare un piccolo polmone verde per famiglie e bambini, ma che oggi si presenta come un’area degradata, abbandonata e priva di ogni controllo. Si chiama Oasi del Bimbo e si trova su Corso Secondigliano, cuore pulsante del quartiere e futuro snodo di collegamento con la nuova metropolitana. Il nome lascia immaginare un luogo sicuro, curato e accogliente, ma la realtà quotidiana è ben diversa. I cittadini raccontano di un parco lasciato a se stesso, con motorini che sfrecciano tra la polvere e l’asfalto che si sgretola sotto i piedi, mentre gruppi di ragazzini lo trasformano di notte in uno spazio per giochi proibiti e raduni senza regole. Le famiglie, di fronte a questo scenario, hanno smesso di frequentarlo, sentendosi private di un’area che avrebbe dovuto essere destinata proprio ai bambini, agli anziani e a chi cerca un momento di quiete in un quartiere sempre più caotico.
Esausti della situazione, alcuni residenti hanno deciso di organizzarsi, avviando una raccolta firme con una petizione rivolta al Comune di Napoli per chiedere un intervento immediato e radicale. La proposta dei cittadini non si limita a una semplice pulizia dell’area o a un restyling superficiale, ma mira a un vero progetto di riqualificazione urbana fondato sui principi della CPTED, Crime Prevention Through Environmental Design. Questa teoria, già applicata in numerose città europee e in diversi quartieri di Napoli, parte da un concetto semplice: lo spazio pubblico influisce sul comportamento delle persone. Un luogo ordinato e illuminato trasmette sicurezza, senso di appartenenza e rispetto, mentre un luogo degradato alimenta il disagio sociale e attira comportamenti devianti.
L’Oasi del Bimbo, secondo i residenti, è diventata ormai l’esempio più chiaro di questa dinamica. Non esiste nessun controllo degli accessi, nessuna recinzione, nessun orario di apertura e chiusura. Di notte resta aperta e totalmente incustodita, diventando facile rifugio per chi cerca un posto dove incontrarsi lontano da sguardi indiscreti. L’illuminazione è scarsa, la vegetazione non viene curata e diventa un ostacolo visivo che aumenta la percezione di insicurezza. Gli arredi urbani sono deteriorati o del tutto assenti, mentre il degrado fisico si traduce in degrado sociale, con atti vandalici e piccoli episodi di microcriminalità che contribuiscono a isolare ulteriormente l’area.
La petizione propone di ripensare completamente il parco, definendone innanzitutto la funzione sociale. La richiesta principale è di trasformarlo in uno spazio realmente fruibile da bambini e famiglie, con percorsi chiari, aree gioco sicure, zone verdi curate, panchine nuove e illuminazione adeguata. Ma non solo: il progetto punta anche a un sistema di controllo passivo e attivo degli accessi, con recinzioni, cancelli e orari stabiliti per garantire la chiusura notturna. Tutto questo, spiegano i residenti, consentirebbe di costruire un presidio spontaneo del territorio, un luogo vissuto che disincentiva il degrado e i comportamenti antisociali.
L’approccio proposto si fonda proprio su questo: la sicurezza si costruisce anche attraverso la progettazione. La CPTED insegna che basta un lampione posizionato correttamente, un cancello chiuso di notte, un arredo urbano in buono stato per cambiare la percezione di un luogo e, di conseguenza, il modo in cui viene utilizzato dalle persone. L’obiettivo non è militarizzare l’area, ma restituirle dignità e funzione. L’Oasi del Bimbo potrebbe diventare un simbolo di rinascita urbana per Secondigliano, soprattutto in vista dell’apertura della nuova linea metropolitana che porterà più passaggi, più attenzione e più necessità di sicurezza e decoro.
I promotori della petizione sottolineano che non si tratta solo di una questione estetica, ma di legalità e convivenza civile. Un parco pubblico ben progettato e gestito è uno strumento di inclusione, uno spazio che favorisce relazioni positive tra i cittadini e costruisce un senso di comunità. Oggi, invece, l’Oasi del Bimbo è vissuta come un luogo pericoloso da evitare, mentre dovrebbe essere parte integrante del tessuto urbano, una zona vitale dove portare i bambini a giocare, dove gli anziani possano sostare, dove i cittadini possano incontrarsi in tranquillità.
Il messaggio che i residenti lanciano al Comune è chiaro: servono interventi concreti e rapidi per restituire dignità a un parco che porta un nome importante ma che non risponde più alla sua missione. La riqualificazione dell’Oasi del Bimbo è vista come una priorità non solo per il benessere delle famiglie, ma anche per il futuro del quartiere, che con la nuova metropolitana si prepara a diventare uno snodo centrale di Napoli Nord. I cittadini chiedono che questa trasformazione sia accompagnata da un segnale forte: un parco curato e sicuro è un segno di civiltà e rispetto. Secondigliano, spiegano, vuole essere vista per ciò che è davvero: un quartiere vivo, con problemi, ma anche con una comunità che non si arrende all’abbandono e al degrado.
Perché un parco pubblico non è mai solo un parco. È il simbolo di un quartiere che si prende cura di se stesso, un segnale di legalità che parte dalle piccole cose. L’Oasi del Bimbo potrebbe tornare a essere davvero un’oasi, se solo l’amministrazione decidesse di ascoltare chi in quella zona vive ogni giorno, con la speranza di vedere finalmente realizzato un progetto di riqualificazione urbana che metta al centro le persone, la sicurezza e il diritto di vivere il proprio quartiere senza paura.
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