Nel panorama dell'hip hop italiano, la sfida di mettere in fila 64 barre, ossia versi, senza interruzioni o ritornelli, è diventata un vero e proprio rito di passaggio per molti rapper. Questo format, lanciato da Red Bull e diventato ormai iconico, si è evoluto negli ultimi anni in qualcosa di più grande e spettacolare: Red Bull 64 Bars Live. Quello che una volta era solo un esercizio stilistico si è trasformato in un evento culturale di massa, capace di richiamare migliaia di persone in uno dei luoghi più simbolici e controversi d’Italia, le Vele di Scampia.
La formula è semplice: i rapper salgono sul palco e si esibiscono in una lunghissima strofa di 64 barre, senza l’ausilio di ritornelli o break musicali. Questo tipo di performance non solo mette alla prova l’abilità tecnica e creativa degli artisti, ma crea anche un legame diretto con il pubblico, che può ascoltare il flusso ininterrotto delle parole e apprezzare la pura essenza del rap. Nella cultura hip hop, le barre rappresentano la misura del talento di un MC, e il format di Red Bull ha elevato questa espressione a un livello di prestigio nazionale.
La cornice dell’evento non poteva essere più potente: la piazza Ciro Esposito a Scampia, ai piedi delle Vele, un luogo che negli anni è diventato sinonimo di degrado urbano, criminalità e marginalità sociale. Eppure, negli ultimi anni, grazie anche all’influenza della cultura hip hop e alla rinascita sociale di Napoli, il quartiere sta riscoprendo una nuova identità. Proprio lì, ieri sera, di fronte a 10.000 persone, artisti del calibro di Gué, Massimo Pericolo, Kid Yugi, Artie 5ive, Tony Effe, Rose Villain, Lele Blade e Geolier hanno dato vita a un happening straordinario, che ha mescolato musica, cultura e denuncia sociale.
Il pubblico ha atteso con ansia soprattutto due protagonisti: Tony Effe e Geolier. Il primo, per il celebre dissing con Fedez, scoppiato proprio in occasione di uno degli ultimi Red Bull 64 Bars e alimentato da una lunga serie di botta e risposta tra i due. Il dissing, una pratica ormai consolidata nel rap, è stata interpretata in modo quasi morboso dai fan e dalla stampa italiana, trasformando quella che dovrebbe essere una semplice rivalità musicale in un vero e proprio gossip mediatico. Lo stesso Tony Effe, quando interpellato sulla questione durante la conferenza stampa prima dello show, ha minimizzato l'accaduto, concentrandosi invece sulla sua prossima esibizione: «Non so come abbia reagito la gente, non ho seguito molto la vicenda, avevo altro a cui pensare. Sai com'è, domani ho un concerto in un palazzetto dello sport a Roma».
Ma è stato Gué, icona del rap italiano, a offrire la riflessione più interessante: «Gli italiani non hanno capito niente dei dissing, quello tra Fedez e Tony lo hanno vissuto come se fosse una puntata di Temptation Island. Ma avete mai sentito Jay-Z e Nas? Altro che non toccare i bambini!». Con queste parole, Gué ha sottolineato la mancanza di una vera cultura rap in Italia, soprattutto per quanto riguarda la comprensione delle dinamiche tipiche del genere, come appunto il dissing. Nella sua visione, il rap è una forma d’arte che va oltre la semplice provocazione o il litigio personale, è un modo di raccontare la realtà, spesso cruda e difficile, senza glorificare la violenza, ma denunciando le disuguaglianze e le ingiustizie sociali.
L’altro grande protagonista della serata è stato Geolier, originario proprio di Secondigliano, a pochi passi dalle Vele. La sua presenza sul palco ha assunto un significato particolarmente simbolico, soprattutto dopo il crollo di una delle Vele lo scorso anno, un evento che ha ferito profondamente il quartiere. Durante l’esibizione, Geolier ha letto una lettera dedicata alla sua città, un toccante omaggio a un luogo tanto martoriato quanto capace di resistere e rinascere: «Tutti noi abbiamo responsabilità o colpa quando ci sono tragedie come queste, da soli non si può combattere il degrado. Dalla musica dobbiamo ripartire, la musica può curare, da qui non dobbiamo scappare ma ricostruire: ora siamo campioni d'Italia, queste barre sono per chi crede ancora in un futuro migliore». Le sue parole hanno creato un’atmosfera quasi mistica, con il pubblico in silenzio, profondamente colpito dal messaggio di speranza e resilienza.
Oltre a Geolier, altri rapper hanno utilizzato le loro barre per esprimere il loro malcontento nei confronti della società, come Massimo Pericolo, che ha scandito versi come: «I poveri sempre poveri / i ricchi che si arricchiscono / e sono un terzo degli altri / ma mangiano più del triplo». Versi che non sono solo una critica alla distribuzione della ricchezza, ma una fotografia della disuguaglianza che affligge l’Italia e il mondo intero. Anche Kid Yugi ha colto l'occasione per lanciare una frecciata alla corruzione politica, raccontando di come la sua prima esperienza di voto fosse stata compromessa da una tangente: «La prima volta che votai mi han dato 50 euro per mettere x su una lista / Gli tolsi 50 euro, sul foglio disegnai una minchia / Lo rifarei per sempre solo per ripicca». La sua strofa, carica di sarcasmo e ribellione, ha scatenato applausi e risate, ma anche riflessioni amare sulla situazione politica del paese.
Red Bull 64 Bars Live, però, non è solo critica sociale e dissing. È anche una celebrazione della musica, della cultura hip hop e della capacità di unire persone di diverse età e background. Durante la serata, intere famiglie, giovani, bambini e anziani si sono ritrovati insieme a godere dello spettacolo, dimostrando che il rap, nonostante le sue radici dure e talvolta controverse, è in grado di parlare a tutti, senza distinzioni. La scelta di portare un evento così grande in un quartiere come Scampia ha contribuito a rafforzare questa idea, trasformando quello che una volta era considerato un luogo di perdizione in un simbolo di rinascita e speranza.
A chiudere la serata è stato proprio Geolier, che ha voluto ricordare ancora una volta l’importanza della musica come strumento di cambiamento sociale: «Non dobbiamo scappare dai nostri problemi, dobbiamo affrontarli e ricostruire. La musica è il nostro strumento, è la nostra forza. Queste barre sono per chi non smette di credere in un futuro migliore».
Red Bull 64 Bars Live è diventato molto più di un semplice show: è un manifesto di resistenza, un atto di amore verso un quartiere che cerca riscatto e un grido di speranza per un’intera generazione.