Scampia, quartiere alla periferia nord di Napoli, è conosciuta per essere stata il teatro di sanguinose faide di camorra e per le condizioni di degrado che per anni hanno caratterizzato il suo tessuto sociale. Tuttavia, negli ultimi tempi si è assistito a una significativa trasformazione, con iniziative di riqualificazione urbana e culturale che hanno ridato speranza ai suoi abitanti. Tuttavia, gli ultimi episodi di cronaca nera, tra cui l'omicidio di Camillo Esposito, rischiano di offuscare questa nuova stagione di rinascita.
La sera del 7 settembre, in via Arcangelo Ghisleri, nel cuore di Scampia, si è consumato un brutale omicidio che ha sconvolto la comunità. Camillo Esposito, 29 anni, è stato freddato all'interno di un salone da barbiere da un sicario armato che ha esploso 12 colpi di pistola. Il giovane, con precedenti per rapina e porto abusivo di armi, era intento a tagliarsi i capelli quando è stato raggiunto dall’assassino, che si è poi dileguato con un complice su un'auto in fuga.
Nonostante il suo passato giudiziario, gli investigatori sono scettici sul fatto che Esposito fosse un membro attivo della camorra. Tuttavia, le sue frequentazioni con individui legati alla Vanella Grassi, uno dei clan più influenti dell’area, potrebbero averlo messo al centro di un regolamento di conti. L'ipotesi prevalente è quella di un’epurazione interna per un qualche sgarro commesso, anche se le indagini restano aperte su altre possibili piste.
Scampia, un tempo regno indiscusso dei clan camorristici, è stata per anni al centro della scena criminale napoletana, soprattutto per lo spaccio di stupefacenti. Le "piazze di spaccio" erano radicate nelle famigerate Vele, le strutture simbolo del degrado urbano che per decenni hanno caratterizzato il quartiere. Tuttavia, dopo la Faida di Scampia e gli interventi delle forze dell’ordine, l’area sembrava avviarsi verso una bonifica, con una drastica riduzione delle attività criminali.
Nonostante gli sforzi per riqualificare l’area, recenti eventi suggeriscono che il traffico di droga stia tornando a farsi sentire in maniera preoccupante. Le dinamiche del crimine organizzato sono fluide e, con la repressione in altre zone come Caivano, la criminalità ha cominciato a riorientare i propri affari, facendo ritorno alle origini. Le indagini sull’omicidio Esposito sembrano confermare il coinvolgimento della Vanella Grassi, clan che controlla il traffico di droga in buona parte della periferia nord di Napoli. Tuttavia, le autorità negano l’esistenza di una nuova faida interna al clan, parlando piuttosto di episodi isolati.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica, affermando che si tratta di episodi cruenti ma isolati, che non devono gettare ombre sul percorso di rinascita intrapreso da Scampia. "Scampia oggi vive una sua fase di rinnovata primavera, ci sono tante iniziative in corso e non vorremmo che questo episodio possa offuscare tutto ciò che di buono si sta facendo", ha dichiarato il prefetto durante un incontro con i giornalisti.
Le parole del prefetto sottolineano la delicatezza della situazione: da una parte, c’è la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza pubblica e sull’ordine, dall’altra, vi è la volontà di non minare il percorso di rigenerazione urbana e sociale in atto nel quartiere.
La storia recente di Scampia è indissolubilmente legata alla camorra. La Faida di Scampia, che tra il 2004 e il 2005 ha insanguinato il quartiere, è stata uno degli episodi più drammatici della guerra di camorra tra il clan Di Lauro e le fazioni scissioniste. Le faide e il traffico di droga avevano trasformato il quartiere in una roccaforte della criminalità organizzata, con le Vele a simboleggiare l’epicentro di un sistema di degrado e violenza.
Negli anni successivi, gli interventi delle forze dell’ordine e l’impegno delle istituzioni locali hanno cercato di mettere fine al dominio camorristico. Le Vele, teatro di affari illeciti e scontri di sangue, sono state in parte demolite, e il quartiere ha iniziato un lungo percorso di riqualificazione. La cultura, il sociale e l’arte hanno preso piede, con nuove realtà associative impegnate nel miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Nonostante i segnali di ripresa, Scampia resta un territorio fragile. La presenza della criminalità organizzata è ancora radicata, e il ritorno di episodi violenti, come l’omicidio di Camillo Esposito, rischia di compromettere gli sforzi di rigenerazione in atto. Le autorità devono continuare a vigilare, ma è essenziale che anche la società civile e le realtà associative mantengano viva la speranza di un cambiamento.
Il futuro di Scampia è in bilico tra la possibilità di una vera rinascita e la minaccia di un ritorno al passato.
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