Nella mattinata di ieri, 21 settembre, il carcere di Secondigliano a Napoli è stato teatro di un evento che ha nuovamente acceso i riflettori sull’annoso problema della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari campani. Un pacco contenente telefoni cellulari completi di caricabatterie è stato lanciato dall'esterno all'interno della zona "dell'intercinta" del carcere, ma grazie all’intervento tempestivo degli agenti di Polizia Penitenziaria, il tentativo di far arrivare questi dispositivi nelle mani dei detenuti è stato sventato.
La scoperta è stata resa nota dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), per voce di Tiziana Guacci, responsabile regionale campano del sindacato, che ha espresso il suo plauso al Reparto di Polizia Penitenziaria di Secondigliano per l’operazione di successo. Tuttavia, la Guacci ha colto l’occasione per ribadire l’urgenza di un intervento concreto da parte dei vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria per risolvere le gravi problematiche che affliggono le carceri della Campania. Tra le richieste avanzate dal SAPPE, emerge la necessità di dotare gli agenti di strumenti tecnologici adeguati per contrastare l’introduzione di oggetti proibiti, come i telefoni cellulari, all’interno delle strutture penitenziarie.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha ulteriormente amplificato il grido d’allarme, dichiarando che la presenza di decine di cellulari nelle carceri campane è diventata una piaga seria e drammatica. Capece ha ricordato che l’introduzione o il possesso illegale di telefoni cellulari in carcere è considerato un reato, punibile con pene da 1 a 4 anni di reclusione. Nonostante la previsione di questo reato nel Codice penale, l’efficacia della misura sembra essere limitata, tanto che l’unica soluzione realmente efficace, secondo Capece, rimarrebbe la schermatura degli istituti per rendere inutilizzabili i telefoni.
La schermatura delle carceri è un tema che il SAPPE denuncia da tempo, sottolineando come le carceri della Campania siano ormai al limite della sostenibilità. Il sindacato lamenta la mancanza di progressi significativi nel progetto di schermatura degli istituti, nonostante le reiterate sollecitazioni ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il SAPPE continua a chiedere a gran voce un intervento immediato e risolutivo per neutralizzare l’utilizzo illegittimo dei telefoni cellulari all’interno delle carceri e garantire, di conseguenza, la sicurezza degli istituti.
L’episodio di Secondigliano, pur rappresentando un successo delle forze dell’ordine, mette in luce una problematica di sicurezza interna che non può più essere ignorata. La situazione nelle carceri campane, e in particolare a Secondigliano, è ormai fuori controllo, con l’introduzione illegale di telefoni cellulari che rischia di compromettere gravemente l’ordine e la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.
Il SAPPE, riconoscendo l’alta professionalità degli agenti di Polizia Penitenziaria, chiede che questa professionalità sia supportata da mezzi adeguati per svolgere il loro lavoro con efficacia e sicurezza. Solo attraverso un’azione decisa e coordinata, che includa la schermatura degli istituti e l’adozione di nuove tecnologie di controllo, si potrà contrastare efficacemente il fenomeno e garantire la sicurezza nelle carceri della Campania.